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I cambiamenti climatici e riscaldamento globale causato dall’uso di combustibili fossili sta per segnare il punto di non ritorno. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) mette in guardia il mondo prima della prossima conferenza di Durban sull’ambiente.
“Le emissioni di CO2 vanno ridotte entro 5 anni altrimenti sono guai seri”
Una porta che si chiude - “Se non si raggiungono accordi i cui effetti saranno visibili già nel 2017, la porta si chiuderà e non potremo mai più riaprirla”. È così che Fatih Birol, chief economist della IEA, descrive la situazione nella quale si trova il nostro Pianeta. La porta è quella che permette all’ambiente di mantenere un equilibrio relativamente stabile e, in particolare, di non superare i due gradi centigradi di riscaldamento dell’atmosfera.
Vicini alla soglia - Per evitare che la porta verso un nuovo equilibrio ambientale si chiuda per sempre, le emissioni di CO2 nell’atmosfera devono rimanere al di sotto della soglia di 450 parti per milione (ppm): ora come ora, siamo a 390 ppm e si continuano a costruire impianti che liberano CO2 nell’aria del nostro Pianeta. Il risultato è praticamente scontato: di questo passo il punto di non ritorno sarà raggiunto nel 2017.
Rivoluzione per sopravvivere - “A questo punto, quello che dobbiamo ottenere non è più un accordo internazionale sul clima. Noi dobbiamo innescare una vera e propria rivoluzione industriale ed energetica, la più grande che si sia mai vista”. Sono le parole di Christiana Figueres, Climate Chief delle Nazioni Unite, a indicare chiaramente cosa ci tocca fare per evitare il disastro e, soprattutto per non lasciare alle prossime generazioni un’eredità che nessuno vorrebbe.
Edoardo Bracaglia
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