Roma, 31 ott. - (AdnKronos) - Dal reddito al titolo di studio fino ad arrivare alla raccolta differenziata. Ad influenzare la propensione all'acquisto dei prodotti biologici, infatti, non sono solo fattori socio-demografici ma anche stili di vita. Lo rileva un'indagine Nomisma, su incarico di BolognaFiere e in collaborazione con Federbio, dal quale emerge che c'è sempre più bio nelle case degli italiani. Si attesta, infatti, al 59% la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno una volta un prodotto alimentare a marchio bio, registrando un aumento del 4,5% rispetto al 2013.
Diversi sono fattori che incidono sulla propensione all’acquisto di prodotti a marchio biologico: il reddito (il tasso di penetrazione è più alto nelle famiglie con reddito mensile familiare medio-alto, 69%), la presenza di figli in età pre-scolare (69%), un elevato titolo di studio del responsabile degli acquisti alimentari della famiglia (67%). Ma incidono anche gli stili di vita: chi fa esercizio fisico/sport (62%), la raccolta differenziata dei rifiuti (61%) ma soprattutto chi è vegetariano o vegano (78%) o, in generale, chi ha disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta (68%).
I prodotti ortofrutticoli freschi si confermano la categoria su cui ricade il maggiore interesse del consumatore italiano: oltre il 70% delle famiglie acquirenti dichiara di aver acquistato frutta e verdura a marchio bio in almeno una occasione negli ultimi 12 mesi. Grande successo riscuotono anche uova (57%), yogurt (50%), olio extra vergine d’oliva (49%), marmellate (45%), miele (35%). Tra gli acquirenti, importante è la penetrazione anche del vino (22%).
Quanto al canale d' acquisto, l'indagine rivela che chi acquista bio con più frequenza nella Gdo (58% delle famiglie acquirenti) lo fa più per comodità che per convenienza (17%). Per chi acquista bio soprattutto nella Gdo, le promozioni si confermano un fattore determinante: il 12% entra nel punto vendita con la decisione già presa grazie alla consultazione del volantino promozionale e un ulteriore 28% valuta le offerte promozionali sul bio presenti sugli scaffali.
A questo target, si aggiunge un 29% che decide cosa acquistare prima di entrare in iper e super, perché ha abitudini di acquisto di prodotti bio piuttosto consolidate. Chi preferisce i negozi specializzati per fare la spesa bio lo fa soprattutto per l’assortimento offerto (55%). Tra le altre motivazioni, è rilevante la fiducia che il consumatore ripone nei prodotti offerti dai negozi specializzati in prodotti bio (23%).
Non vi sono segnali di inversione di tendenza nemmeno per il 2015: le previsioni di spesa per prodotti alimentari a marchio bio sono segnalate in crescita per il 19% degli attuali acquirenti; un ulteriore 70% ritiene che manterrà stabile la spesa.
La quota di chi prevede una spesa bio in contrazione (solo l’11% degli attuali acquirenti) sarà probabilmente compensata dalla capacità di attrazione di nuovi consumatori: il 32% di chi oggi non acquista si dichiara propenso alla sperimentazione, soprattutto se le marche dei prodotti preferiti inserissero una linea bio e se fossero in assortimento nei negozi abitualmente frequentati.