Ecologia

Alimenti: con il 'bio' si guadagna di più e si crea più lavoro

L'agricoltura biologica Made in Italy, fatta da imprenditori più giovani e più tecnologici, presenta possibilità di sviluppo maggiori rispetto a quella 'convenzionale', ma allo stesso tempo è fortemente orientata alla dimensione familiare

Roma, 31 ott. - (AdnKronos) - A conduzione familiare, innovativa, colta e giovane, ma non solo: crea occupazione e fa guadagnare di più. E' l'identikit dell'agricoltura biologica Made in Italy, fatta da imprenditori agricoli più giovani, più tecnologici e con possibilità di sviluppo maggiori rispetto ai"colleghi" convenzionali, ma allo stesso tempo fortemente orientati alla dimensione familiare. Secondo l’ultimo censimento Istat, infatti, su un totale di 1.620.844 aziende agricole e zootecniche, circa il 99% fa ricorso a manodopera familiare.

Lo rileva l’ultimo Bioreport del ministero delle Politiche agricole, Inea, Ismea e Sinab. Ad emergere è il dato secondo il quale con il biologico si guadagna di più e si crea più lavoro: il reddito netto per unità lavorativa familiare è di 51.478 euro contro i 34.294 euro delle aziende che producono in modo convenzionale. Allo stesso tempo nel "bio" si spende il 14% in più per il lavoro (22.957 euro contro i 15.066 del convenzionale), semplicemente perché c’è più lavoro.

“Nelle aziende bio - spiega Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab, l'associazione italiana per l'agricoltura biologica - c’è bisogno di più manodopera umana. Un facile esempio: dato che non si passa col trattore a dare il diserbante (lavoro di una persona), ci vogliono più persone che passano a togliere le erbe infestanti. Se si considerano questi dati sul reddito - continua Vizioli - il modello agricolo di tipo industriale al quale sono orientate tutte le politiche e le norme attuali mostra il proprio fallimento anche sul piano economico”.

con il 'bio' si guadagna di più e si crea più lavoro/Focus (2)

Aziende 'bio' guidate da giovani, colti e attenti a nuove tecnologie

(AdnKronos)

(Mst/AdnKronos)

Le aziende bio sono guidate da giovani (il 22% ha un capo azienda di età compresa tra i 20 e i 39 anni, a fronte del 9,6% relativo al totale delle aziende), in possesso di un titolo di studio mediamente elevato (il 17% è laureato e 32% ha un diploma di scuola superiore, contro rispettivamente, il 6% e il 18%) e molto attenti alle nuove tecnologie e alle nuove forme di sviluppo.

Il 15,6 % delle aziende biologiche italiane è informatizzato (contro il 3,8% delle convenzionali), il 10,7% ha un sito web (contro l’1,8%) e il 5,2% pratica l’e-commerce (contro lo 0,7%). Molto importante, inoltre, la diversificazione delle attività produttive (dall'agriturismo alle fattorie didattiche), praticata dal 17% delle aziende biologiche (oltre il triplo rispetto a tutte le altre aziende) e la vendita diretta (praticata dall’89% delle aziende bio rispetto al 64% delle altre).

“Nel biologico – dice Vizioli – possiamo parlare di un’evoluzione a 360 gradi, in linea con una trasformazione sempre più evidente della società e della domanda.

Una forte propensione al cambiamento e all’innovazione e allo stesso tempo una salvaguardia di quei valori (primo fra tutti la dimensione familiare) che hanno fatto del made in Italy una delle produzioni più apprezzate al mondo".

31 ottobre 2014 ADNKronos
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