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Ecologia

L’albero del pane ci nutrirà nel futuro?

I frutti dell'albero del pane potrebbero in parte compensare quello che i cambiamenti climatici ci faranno perdere in raccolti.

Magari non ci avete fatto caso in mezzo alla valanga di brutte notizie relative alle conseguenze presenti e future dei cambiamenti climatici, ma uno dei possibili effetti a medio termine dell'aumento delle temperature globali potrebbe essere la scomparsa, o quantomeno una significativa riduzione in volume di alcuni raccolti tradizionali: grano, orzo, riso... Tutte colture da cui dipende la nostra sicurezza alimentare: se per davvero fossero compromesse, quali sarebbero le alternative? Una di queste è suggerita in questo studio della Northwestern University, che ha analizzato la possibilità di eleggere l'albero del pane (Artocarpus altilis) a "cibo del futuro", scoprendo che è molto alta.

Patate sui rami. Qui in Italia non lo conosciamo, ma l'albero del pane, che ha origini nel Pacifico e con i secoli è stato portato anche in America e Africa, è uno dei cibi più diffusi nelle regioni tropicali dove cresce. La prima autrice dello studio, Lucy Yang, paragona i suoi frutti a patate che crescono su un albero: sono molto nutrienti, e hanno una grande varietà di usi in cucina (tra cui la possibilità di venire trasformati in farina, da cui il nome della pianta). Inoltre, gli alberi del pane sono particolarmente resistenti: è anche da questa considerazione che Yang e colleghi sono partiti per provare a capire come se la caverà l'albero del pane nei prossimi anni. Per scoprirlo, il team ha prima identificato quali sono le condizioni climatiche ideali per la crescita della pianta, poi ha confrontato questi dati con modelli climatici proiettati al ventennio tra il 2060 e il 2080, andando in cerca delle zone del mondo dove le condizioni saranno ancora adatte per l'albero del pane.

C'è altro oltre al pane? Il team ha usato due modelli diversi per studiare l'evoluzione climatica dell'areale dell'albero del pane: uno nel quale l'umanità riesce a raggiungere tutti gli obiettivi di tutti i trattati firmati in questi anni e a stabilizzare le emissioni di CO2, l'altro nel quale l'impresa fallisce. I risultati sono in entrambi i casi incoraggianti: rispetto ad altre piante che subiranno una riduzione consistente dell'areale, quello dell'albero del pane si rimpicciolirà appena del 4%, sia nello scenario migliore sia in quello peggiore. C'è di più: ampie zone dell'Africa, dove oggi l'albero del pane è quasi assente, diventeranno un habitat ideale per la pianta, che potrebbe diventare quindi la nuova fonte primaria di cibo, sostituendo i raccolti tradizionali che, come abbiamo visto, se la passeranno sempre peggio.

Lo studio suggerisce anche di guardare ad altre piante poco utilizzate per provare a capire se ce n'è qualcuna che potrebbe rappresentare un'opportunità simile a quella dell'albero del pane.

18 ottobre 2021 Gabriele Ferrari
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