Antonello Pasini, dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Cnr
Quanto ha influito l'orografia locale su ciò che è avvenuto in Trentino-Alto Adige nell'ottobre del 2018?
Sicuramente ci sono stati anche effetti di incanalamento delle correnti che hanno portato a ulteriori accelerazioni del vento. Nonostante questo, anche senza queste accelerazioni l'episodio cui abbiamo assistito è stato comunque molto forte, tanto che ha fatto danni anche sull'altopiano di Asiago, che è una zona più aperta.
Il riscaldamento climatico influisce sulla gravità generale di un evento, sulla sua portata o sull'intensità? Cambia anche la frequenza?
L'intensità di certi fenomeni dipende in gran parte dall'energia disponibile in atmosfera in quel momento e dagli scambi tra superficie e atmosfera. Il calore e il vapore acqueo che oggi il Mediterraneo rilascia in atmosfera in maniera maggiore crea un surplus di energia che non si può che scaricare violentemente sul territorio: i fenomeni diventano insomma più violenti a causa del riscaldamento globale.
Quanto alla frequenza, non siamo così sicuri che questa cambi radicalmente. Tuttavia, la situazione che ha provocato questi disastri vede masse d'aria calda e umida spostarsi violentemente da sud verso nord, e noi vediamo che nel Mediterraneo queste correnti che si spostano lungo i meridiani appaiono sempre più frequenti a causa dell'espansione della cella di circolazione equatoriale e delle alte pressioni del deserto del Sahara verso settentrione. Staremo a vedere...
Possiamo aspettarci in futuro altri eventi di questo tipo?
Certamente ci possiamo aspettare un aumento della violenza degli eventi estremi, e probabilmente anche un aumento del loro numero.
Come valuta la risposta politica nella ricerca delle cause di questi eventi?
Per adesso, le istituzioni locali e nazionali hanno cercato di tamponare la situazione di emergenza, ma non mi pare che ci siano stati chiari riferimenti alla vulnerabilità del nostro territorio dovuta all'aumento della violenza degli eventi estremi causata dal riscaldamento globale. Aiutate forse anche da un'informazione più a caccia di storie da raccontare che di analisi sulle cause e sui modi per evitare questi disastri nel futuro.