Roma, 22 set. - (AdnKronos) - La raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in vetro avviati a riciclo in Italia nel 2014 ha raggiunto una media di 29,7 kg intercettati per abitante, con sensibili variazioni nel suo funzionamento tra il Nord, il Centro e il Sud. Ed è proprio quest’ultimo che evidenzia un recupero progressivo ed anche nel 2014, conferma il trend positivo degli ultimi anni, con una crescita di +6,8% rispetto all’anno precedente. A tracciare il quadro è Coreve, il Consorzio per il Recupero del Vetro da imballaggi.
In particolare, la raccolta al Sud permette di raggiungere una resa media di 19 chilogrammi per abitante l’anno, alla rincorsa dei quasi 30 chilogrammi della media nazionale, che sembrano lontani ma che invece si possono raggiungere, come dimostrano non solo il Comune di Salerno (30 Kg/abitante) ma anche la Campania e l’Abruzzo, ed anche superare (Sardegna 40,9 Kg/abitante).
Far crescere la raccolta differenziata laddove ci sono ancora margini e migliorarne la qualità può permettere di ottenere grandi benefici ambientali, ma anche economici. Nel 2014 la raccolta differenziata del vetro ha evitato agli italiani costi per lo smaltimento in discarica pari a quasi 150 milioni di euro e corrisposto direttamente o indirettamente ai Comuni, tramite il sistema Coreve 56,8 milioni di euro.
Ma si può fare molto di più. Il beneficio economico di un comune di 30.000 abitanti che raccoglie circa 15,4 kg/ab anno di vetro è di circa 100.000 euro l’anno (contributi Coreve per il ritiro e avvio a riciclo, oltre al risparmio dello smaltimento in discarica) e potrebbe facilmente raddoppiare se la raccolta fosse pari alla media italiana. Per un comune di 100.000 abitanti, con rese di raccolta in linea con la media nazionale, i benefici arriverebbero a circa 700.000 euro!
I numeri della raccolta differenziata del vetro nel sud dell’Italia, afferma Franco Grisan, presidente del Coreve, "ci dimostrano che ci sono ancora ampi spazi di miglioramento: sia per quel che riguarda le quantità intercettate che per la qualità del materiale raccolto che deve consentire il successivo riciclo".
Il rottame di vetro raccolto, una volta trattato efficacemente e trasformato in materia prima seconda, può essere riciclato nelle vetrerie italiane per la produzione di nuove bottiglie e vasetti per alimenti ed il ciclo può essere ripetuto infinite volte, senza limiti, realizzando appieno quell’ “economia circolare”, considerata dall’Europa il pilastro dello sviluppo sostenibile e del futuro modello di crescita dei consumi della nostra società.
Ma non solo. Aumentare la raccolta differenziata e migliorarne la qualità può portare ingenti benefici economici direttamente nelle casse dei comuni, oggi più che mai alla ricerca di risorse per mantenere in equilibrio le proprie finanze.
Ma attenzione, per ottenere questi risultati bisogna fare in modo che bicchieri e oggetti di cristallo, piatti e tazzine di porcellana, o contenitori in pyrex, quando si rompono e vengono buttati non siano mescolati ai rifiuti degli imballaggi in vetro perché, pur assomigliandogli, sono fatti di materiali diversi ed inquinano la raccolta. Per cui la loro destinazione è spesso indicata dai Comuni essere il contenitore dei rifiuti indifferenziati.
Solo se la presenza di inquinanti è bassa e il vetro non viene frantumato dai compattatori nella raccolta si possono ottenere i migliori risultati economici per i Comuni e di riciclo per il Paese. A causa della presenza di questi inquinanti, su 1.764.000 tonnellate di vetro proveniente dalla raccolta differenziata nazionale, nel 2014, 149.000 tonnellate sono state scartate e avviate nelle discariche.