Sabato 15 ottobre a Kigali, in Ruanda, 197 Paesi hanno sottoscritto uno storico accordo sulla riduzione degli idrofluorocarburi (HFC), potenti gas serra usati negli impianti di condizionamento, nei freezer e nelle bombolette che contengono sostanze in schiuma. Limitando drasticamente la loro emissione, si potrebbe evitare un innalzamento della temperatura compreso tra gli 0,2 e gli 0,44 °C entro fine secolo.
Dalla padella alla brace. Gli HFC avevano sostituito i clorofluorocarburi vietati dal Protocollo di Montreal del 1987, perché responsabili dell'assottigliamento dell'ozono. Gli HFC non sembrano contribuire al buco dell'ozono, ma negli anni sono divenuti uno dei più potenti gas serra (le sostanze di questo tipo sono responsabili dell'8% dell'impatto umano sui cambiamenti climatici).
la risoluzione. L'accordo - nella forma di una serie di aggiunte al Protocollo di Montreal - prevede che i Paesi industrializzati inizino a mettere gradualmente (si inizierà da un taglio del 10%) un tetto a queste sostanze nel 2019, e che quelli in via di sviluppo possano invece farlo dal 2024, ricevendo aiuti per la transizione verso altre sostanze, meno inquinanti ma anche meno economiche.
Entro il 2047, si dovrebbe arrivare a un taglio dell'85% di HFC, un piccolo ma fondamentale passo per rispettare gli accordi sul clima di Parigi.








