Milano, 4 lug. - (AdnKronos) - Il metodo più naturale, sostenibile ed economico di cucinare? Il sole. Ad Haiti, per essere precisi a Mont-Organisé, arrivano le cucine solari con l'obiettivo, tra gli altri, di arginare la cattiva abitudine ad ardere legna verde che, bruciata, produce fumi tossici nocivi per la salute, ma che viene usata per supplire alla mancanza di legna secca. Sono migliaia gli haitiani che a oggi non hanno accesso alle fonti tradizionali per l’energia e devono far fronte ai bisogni della vita quotidiana come possono.
Senza elettricità o gas, anche cucinare si trasforma in un problema socio-sanitario cruciale a cui si aggiunge un’urgenza di carattere ecologico: il continuo ricorso alla legna ha come conseguenza un disboscamento incontrollato e favorisce la progressiva diminuzione dell’acqua a disposizione.
Sono le premesse da cui prende vita il progetto, tutto made in Italy, “Cucine solari per Mont-Organisé” presentato da AFNonlus a Expo, associazione che opera a livello internazionale dal 1998 a favore delle famiglie e dei bambini. “Cucine solari per Mont-Organisé” punta a incentivare ad Haiti l'utilizzo delle cucine solari per ridurre l’utilizzo della legna secca e soprattutto quello della legna verde.
Come funzionano le cucine solari? Il dispositivo è basato su un sistema a concentrazione solare: attraverso una lente, l'energia solare si tramuta in energia termica che viene immagazzinata in una 'batteria termica'. Come materiale termoconvettore sono utilizzati dei "Sali Fusi", componenti né infiammabili né tossici che sono normalmente utilizzati come fertilizzante in agricoltura a basso costo e facilmente reperibili.
Una cucina solare è in grado di mantenere il calore per circa 20 ore dal momento dell'interruzione dell'irradiamento. Questo permette di cucinare durante le ore notturne o quando non c'è la luce del sole. La tecnologia è molto semplice, di facile manutenzione e per la costruzione e il montaggio non è necessaria manodopera esperta: è possibile imparare a costruire le cucine con materiali reperiti sul posto, abbattendo i costi della spedizione dei componenti e del ricorso a personale tecnico qualificato favorendone, così, la facile diffusione presso la comunità.
Il progetto è stato ideato e realizzato in collaborazione con Pacne (Action Contre la Pauvreté du Nord Est), Ente Nazionale per il Microcredito, Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e Tesla I.A. srl. Si partirà da Mont-Organisé per poi diffondere il progetto in altre aree del Paese.
"Il percorso che ipotizziamo prevede come primo passo la sperimentazione della cucina solare all’interno delle scuole aiutate da AFN a Mont- Organisé - dice Andrea Turatti, presidente di AFNonlus - Gli step seguenti saranno quelli di formare gli insegnanti che a loro volta formeranno le famiglie, per arrivare ad una linea di produzione di cucine in loco, coinvolgendo la popolazione con programmi di microcredito ad hoc".
Per Mario Baccini, presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, "uno degli aspetti più interessanti del progetto è la modularità che induce alla riproducibilità in contesti che possono essere diversi come area geografica ma che hanno la stessa necessità di strumenti tecnici per lo sviluppo economico e sociale e per una educazione finanziaria dei possibili beneficiari al fine di sostenere in modo attivo lo sviluppo del Paese e di suoi cittadini. In prospettiva lo strumento microfinanziario può essere un volano da utilizzare per lo sviluppo delle attività di impresa per una vera e propria ripresa della crescita economica: di Haiti in primis e poi di altre zone”.