Roma, 13 mag. - (AdnKronos) - A tavola gli italiani a tavola spendono di più per frutta e verdura (dal 12,7% al 18,4% del budget), per cereali e pesce. In particolare il 62% si ispira alla dieta mediterranea ed è boom dell'alimentazione veg. Se una volta la carne rappresentava un terzo del budget alimentare, oggi pesa alla cassa per poco più di un quinto. Rispetto a quarant'anni fa pure pane e bevande influiscono meno sul bilancio. E' quanto emerge da un’indagine commissionata a GfK Eurisko da TreValli, cooperativa del lattiero-caseario cui conferiscono oltre 1000 produttori, e presentata oggi a Milano al fuori Expo della Regione Marche assieme alla nuova linea di soia Ogm free (Hoplà Idee di soia) dell’azienda marchigiana.
In due decenni, per l’indagine Sinottica si registra un’evoluzione senza precedenti nella cultura gastronomica italiana. Dal 1995 a oggi sono infatti aumentati gli italiani che si ispirano alla dieta mediterranea (erano il 41%, oggi sono al 62%), che preferiscono i pasti slow (dal 40% al 21%, alla voce ‘mangio sempre in fretta’) e che sono più attenti all’alimentazione (dal 24% al 13% la quota di chi afferma ‘trascuro molto la mia alimentazione). Non solo: in vent’anni crolla il pasto completo a pranzo (dal 68% al 48%) ma soprattutto alla sera (dal 41% al 25%), mentre cresce la colazione (87% contro 70%) e si fa strada il fuoripasto (36%), non contemplato nel 1995.
Dal 2006 a oggi sono 2mln gli italiani che hanno preso le distanze dalla carne, con il 18,1% che la consuma meno di una volta a settimana, mentre aumentano quelli che si ispirano a modelli vegetariani e vegani. Questi ultimi, in particolare, raccolgono consensi dal 3% degli intervistati, identificando un’Italia vegan-friendly fatta di 1,15 mln di persone tra i 18 e 64 anni. Nella piramide alimentare si assiste così a un consolidamento della dieta mediterranea, con la frutta consumata 5,7 volte a settimana, la verdura 4,8 volte e 4,7 la pasta. Poi carne (3,1), formaggi, salumi. Proprio i salumi sono il prodotto di cui il maggior numero di italiani ha diminuito il consumo nel tempo, seguiti da dolci, snack,bevande gassate, pane, surgelati e carne rossa.