Sono sempre di più i giardini che si tingono del verde plastificato dei manti erbosi artificiali: date le precipitazioni sempre più sporadiche e le difficoltà nel mantenere un bel prato all'inglese, optare per una soluzione in polietilene sembra la scelta migliore. Ma lo è davvero? Esteticamente, forse: per l'ambiente, non proprio. Un articolo della BBC si interroga sui pro e i contro di questa scelta, facendo riflettere su alcuni aspetti che difficilmente prendiamo in considerazione quando scegliamo come decorare il nostro giardino.
Un mercato in crescita. Prima di tutto un po' di numeri: un report pubblicato di recente afferma che nel 2021 il mercato di erba artificiale ha mosso oltre 4 miliardi di dollari, in aumento rispetto agli anni precedenti. Oltre un quarto delle vendite sono state in Asia, e le stime per gli anni futuri sono al rialzo. La pandemia di covid ha contribuito alla crescita, e in particolare i lockdown del 2020 hanno fatto sì che molte persone decidessero di investire il denaro che non potevano utilizzare per viaggiare o svagarsi ridecorando o migliorando il proprio giardino.
Non sono ancora state fatte delle ricerche approfondite sull'impatto ambientale dell'erba sintetica, ma un gruppo di scienziati sta analizzando i "pro e contro" dei tappeti verdi artificiali in Australia, dove l'uso è esteso addirittura ai parchi comunali.
Senza acqua? Contrariamente a quanto si sarebbe portati a pensare, non è vero che l'erba artificiale non necessita di acqua: «I nuovi materiali ibridi hanno bisogno di essere irrigati per far crescere i fili d'erba naturali in mezzo a quelli artificiali», spiega Sebastian Pfautsch, uno degli autori dello studio, che smentisce dunque l'idea secondo la quale avere un prato artificiale faccia risparmiare acqua.
Bollente. Un altro aspetto da considerare è che il prato in polietilene, essendo un materiale plastico, tende a scaldarsi molto: «In alcuni casi l'erba artificiale arriva a toccare i 100 °C», racconta Pfautsch alla BBC sottolineando che, oltre a rendere la superficie erbosa impraticabile a piedi nudi, questo surriscaldamento rappresenta un rischio per lo sviluppo di eventuali incendi, anche con temperature ambientali inferiori ai 30 °C.
Microplastiche e CO2. Uno dei problemi principali è poi l'inquinamento da plastica: la European Chemicals Agency (ECHA) stima che ogni anno solo in Europa vengano disperse nell'ambiente tra le 18.000 e le 72.000 tonnellate di microplastica provenienti da prati artificiali. «Queste microplastiche rischiano di venire ingerite da organismi viventi o contaminare l'ambiente con sostanze chimiche pericolose», sottolinea Tom Stanton della Loughborough University (Inghilterra).
Anche produrre i fili d'erba artificiali (in plastica) emette CO2: «Mentre un prato di erba naturale assorbe la CO2, un prato artificiale ne aumenta la quantità nell'atmosfera», ricorda Richard Bunting dell'organizzazione Rewilding Britain.
Meglio naturale. Insomma, nonostante l'ECHA abbia proposto di limitare l'uso delle microplastiche come riempimento dei prati artificiali, se avete un pezzetto di terra optate per l'erba naturale: aiuterete l'ambiente, attirerete uccelli e api, e non dovrete mai pensare a come riciclarla.