Sono economiche, comode, immediate e ne inviamo ogni giorno a decine. Ma anche le e-mail, nel loro piccolo, inquinano. Molto meno, intendiamoci, di una lettera cartacea (ogni messaggio di posta elettronica consuma un sessantesimo di un foglio spedito e imbustato), se non fosse che abbiamo un ritmo di spedizione mail 60 volte più alto rispetto a quello che avevamo nel recapitare lettere quando la posta elettronica non era ancora stata inventata.
Le stime dell'impronta ambientale delle e-mail portano spesso a risultati discordi: calcolare l'impatto di un messaggio "virtuale" non è facile, perché occorre considerare il percorso che questo compie attraverso i vari server di Rete che lo condurranno a destinazione. Uno studio dell'Agenzia francese per l'ambiente ed il controllo energetico (Ademe) pubblicato a luglio dimostra che nella serie di passaggi tra l'invio e la ricezione di un messaggio di un megabyte vengono emessi in media 19 grammi di CO2. Potrebbe sembrare poco, ma considerando che in media, ciascuna delle auto immatricolate in Europa nel 2010 ha prodotto 140 grammi di CO2 per chilometro percorso, spedire 8 mail equivale a guidare un'auto per un chilometro. E senza allontanarsi dalla scrivania.
Più un'e-mail è pesante, più inquina, perché maggiore è il tempo trascorso nella lettura. In base a una ricerca del 2010, i cui risultati sono stati pubblicati dal sito del Guardian, un'e-mail di spam produce 0,3 grammi di anidride carbonica, una con un lungo allegato (di quelli noiosi da leggere!) 50 grammi. I messaggi inutili, che cestiniamo ancora prima di leggere, sembrerebbero quindi anche i più innocui. Ma dei 250 miliardi di e-mail inviate ogni giorno del mondo, circa l'80% è costituito di spam. Per ridurre il nostro impatto ambientale in ufficio, quindi, possiamo iniziare con il rinunciare alle mail non necessarie. Meglio - e meno alienante - fare due chiacchiere in più di persona. E nei momenti di pausa, al posto che navigare in Rete senza meta, uscite a fare due passi. Anche se la ricerca di una parola chiave su Google genera una ridotta quantità di anidride carbonica: appena 0,2 grammi di CO2, in base alle stime divulgate dall'azienda.