Ecologia

Se ti droghi fai male anche al pianeta

Chi consuma stupefacenti non danneggia solo se stesso, ma nuoce gravemente anche all'ambiente, incoraggiando metodi produttivi inquinanti e antiecologici. (Elisabetta Intini, 26 maggio 2010)

Pochi istanti di sballo si traducono in un danno ingente per il nostro cervello, ma anche per il pianeta. La droga infatti è tutt'altro che "verde", come dimostra un recente articolo pubblicato sul sito del magazine britannico Slate. L'uso di stupefacenti incentiva commerci e metodi produttivi illegali, che su tutto si fondano fuorché sulla tutela degli ecosistemi naturali. Per scoprire le eco-credenziali di ogni sostanza, occorre conoscerne la provenienza e confrontare i metodi produttivi.

Olio prezioso. Tra le sostanze meno "ecologiche" in circolazione troviamo l'ecstasy, realizzata con l'olio di sassofrasso (gen. Sassafras), un albero delle foreste pluviali di Brasile e Sudest asiatico. Nel 2008 la Flora and Fauna International, un'organizzazione non governativa per la tutela di piante e animali, ha collaborato con le autorità inglesi al sequestro in Gran Bretagna di 33 tonnellate di olio, per le quali erano stati abbattuti 8 mila alberi in una riserva cambogiana. Il contenuto di questi barili sarebbe stato sufficiente a produrre 245 milioni di pasticche.
Fabbriche di veleni. Particolarmente inquinanti, a causa degli scarichi di laboratorio rilasciati durante la filiera produttiva, anche i derivati di alcaloidi di origine vegetale come efedrina e pseudoefedrina, quali il crystal meth (o "ice"): si calcola che in California tra il 2000 e il 2004, queste droghe abbiano riversato nei canali tra le 1800 e le 3 mila tonnellate di scarichi tossici. Un affare sporco, in cui la maggior parte della materia prima, secondo un recente rapporto del Dipartimento di Stato Americano, proviene da India e Cina.

Fatti più in là. Le cose non migliorano quando si parla di cocaina. In questo caso il problema è l'appropriazione di spazio che queste colture sottraggono a terreni destinati alla foresta. Negli ultimi 20 anni soltanto nella zona delle Ande, si calcola siano stati abbattuti 2 milioni e 400 mila ettari di foreste per far posto alle piantagioni di coca. E con una resa "modesta", considerando che un metro quadrato di piante basta per appena 6 dosi di coca (23 di eroina se la stessa superficie fosse coltivata a papavero da oppio). Secondo il governo peruviano inoltre, ogni anno 15 milioni di litri di sostanze tossiche - soprattutto diesel e cherosene - finiscono nel Rio delle Amazzoni durante la produzione di pasta di coca. Senza contare che questa non è propriamente una merce "a chilometri zero", e che le spese di trasporto (via mare, aria, terra) costituiscono una parte importante del bilancio.


Erba invadente. Un metro quadrato di cannabis frutta circa 250 dosi. Ma a dispetto del suo aspetto così "naturale" neanche la marijuana è "verde". Almeno metà della produzione annua mondiale è infatti coltivata in Messico, dove ha invaso le aree protette delle montagne della Sierra Madre Occidentale. Mentre alcuni coltivatori californiani pur di ricavare spazio per le piantagioni illegali, non si sono fatti alcuno scrupolo a deturpare parte della vegetazione nativa del Sequoia National Park, deviare il corso di fiumi e inquinare il suolo pubblico di un'area protetta con pericolosi additivi chimici.

Tutto lo sballo minuto per minuto: non perderti il nostro speciale sulle droghe

26 maggio 2010
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