State masticando una cicca? Attenti a dove la buttate. La rimozione delle gomme appiccicate al marciapiede può avere un considerevole impatto ambientale.
Combatte lo stress e la fame, mantiene l'alito fresco ed è manna dal cielo quando non c'è lo spazzolino. Ma nonostante i suoi indiscussi pregi la gomma da masticare è tutto tranne che ecosostenibile. A meno che non siate assidui consumatori di chicza, una cicca biodegradabile e al 100% vegetale prodotta da una cooperativa messicana secondo l'antica tradizione Maya (vedi box) il chewing-gum normale è fatto di gomme sintetiche (poliisobutilene) che impiegano circa 5 anni a decomporsi. E la naturale vocazione usa e getta di questo alimento non migliora le cose: si calcola che nel mondo si gettino ogni anno 560 mila tonnellate di cicche, di cui 23 mila solo in Italia.
Un lavoro certosino. Il costo ambientale di questi prodotti emerge quando bisogna staccarli da suolo e arredi urbani. A Londra, dove fervono i preparativi in vista delle Olimpiadi 2012, è stato stimato il costo per rimuovere una singola gomma dal marciapiedi: dai 10 centesimi ai 2 euro a seconda che si utilizzino vapore o sostanze chimiche (queste ultime dal notevole impatto ambientale, anche se l'amministrazione londinese non ha reso note le quantità di prodotto necessarie). Senza contare lo stipendio da versare agli addetti all'ingrato compito. Per ripulire 2 chilometri di strada riporta il magazine Slate, che ha condotto l'inchiesta, ci sono voluti due mesi.
"Viene dalla Terra e ritorna alla Terra": è lo slogan della Chicza Rainforest Gum, un chewing-gum vegetale ricavato dal lattice (chicle) dell'albero del chicozapote (Manilkara zapota), diffuso nelle foreste tropicali del sudest del Messico. La resina viene fatta bollire e modellata in mattoncini rettangolari dai gusti più svariati. La Chicza impiega soltanto due mesi a dissolversi e segue le regole del commercio equo solidale in quanto prodotta da cooperative di Chicleros (discendenti dei Maya, che, secondo alcuni studiosi, furono i primi masticatori al mondo di questa gomma naturale).
Raccolta differenziata. Senza arrivare alle maniere drastiche usate a Singapore - dove i chewing gum, salvo quelli venduti in farmacia, sono vietati per legge - si possono utilizzare contenitori per la raccolta differenziata delle cicche come quelli ideati dalla designer britannica Anna Bullus.
Per otto mesi la Bullus ha lavorato a un procedimento per ottenere una schiuma e quindi una plastica molto versatile dalle gomme gettate per strada. Ne ha ricavato speciali contenitori rosa studiati appositamente per raccogliere le cicche usate. Una volta pieni, contenitori e contenuto si fondono per dar vita a un nuovo cestino, in un circolo virtuoso destinato a risolvere un problema su scala mondiale.
La cicca che non si attacca alle scarpe (guarda)