La temperatura globale non deve superare i +1,5 °C sui livelli preindustriali: lo ripetiamo come un mantra dal 2015, da quando gli accordi di Parigi hanno stabilito questo obiettivo per cercare di contenere i danni dei cambiamenti climatici al nostro Pianeta e (soprattutto) alla nostra specie. Negli ultimi anni, tuttavia, appare sempre più probabile che il target verrà mancato, e che è forse il caso di porsi un nuovo limite più realistico – anche se comunque non facilmente rispettabile –, quello dei +2 °C. Ora uno studio non ancora rivisto in peer review rende questo pessimismo ancora più reale, sostenendo che se per tre anni anche non consecutivi la temperatura globale media segnerà +1,5 °C sui livello preindustriali, gli obiettivi degli accordi di Parigi potranno considerarsi definitivamente irraggiungibili.
A un passo dal primo superamento. Il primo superamento della soglia dei +1,5 °C potrebbe avvenire già quest'anno: dopo un 2023 da record, con temperature ben al di sopra della media in parte anche a causa de El Niño, il 2024 è iniziato con l'aprile più caldo mai registrato, segnando l'undicesimo mese consecutivo di calore estremo. Anche la temperatura globale si è mantenuta per 12 mesi consecutivi sopra i +1,5 °C rispetto alla media 1850-1900: tutto questo fa quindi pensare che il 2024 potrebbe essere il primo dei tre anni che ci faranno dire addio alla speranza di rimanere entro i +1,5 °C.
Opinioni esterne. Gli esperti non coinvolti nello studio l'hanno accolto con interesse: secondo Joeri Rogelj dell'Imperial College London la ricerca «fornisce un indicatore relativamente rapido per stabilire con ragionevole certezza che abbiamo superato il limite del riscaldamento globale di 1,5 °C». Richard Betts (Università di Exeter, UK) suggerisce che gli scienziati dovrebbero accordarsi su un'unica metodologia da seguire per giudicare i progressi degli accordi di Parigi, per evitare discussioni tecniche che sposterebbero l'attenzione dall'azione climatica. Secondo Karsten Haustein (Università di Leipzig, Germania), infine, 1,5 °C è un "obiettivo arbitrario" che verrà quasi sicuramente mancato: «La cosa più importante è capire fino a che punto riusciamo a limitare il riscaldamento entro i 2 °C: ogni decimo di grado oltre i +1,5 °C conta tanto quanto quelli al di sotto di questa soglia», conclude.