Nelle savane africane una delle domande più frequenti dei turisti è: «Perché le zebre sono a strisce bianche e nere?». La risposta più classica, cioè per la mimetizzazione, non è considerata valida dagli zoologi. Ci sono state altre proposte, per esempio per ingannare i predatori o per difendersi dal caldo eccessivo. Una delle più accettate è che le strisce servano per impedire agli insetti di posarsi e pungere gli animali. Ora sembra che quest’ultima ipotesi sia veramente corretta.
Mosche confuse. Un gruppo di ricerca guidato dal grande zoologo Tim Caro, dell’università di California a Davis, ha mappato la distribuzione di sette specie di zebre, cavalli e asini selvatici, l’intensità delle loro strisce (quando c’erano), l’ambiente in cui vivono e la presenza di predatori o insetti parassiti, come tafani o mosche tsè-tsè. Il risultato è che l’unica variabile che spiega la presenza delle strisce è la presenza degli insetti succhiasangue; hanno per esempio scoperto che gli animali con le strisce sono più presenti nelle zone in cui i tafani trovano condizioni migliori per deporre le uova. Non si è sicuri del perché le strisce impediscano ai parassiti di pungere le zebre. E infatti la domanda cui è necessario rispondere adesso è: “perché gli insetti evitano le strisce bianche e nere?”