Se avete un gatto vi sarà certamente capitato (a meno che non viviate in un appartamento ai piani alti, e certe volte neanche in quel caso) di ritrovarvi sul cuscino un suo gentile omaggio: una lucertola, un topo, un uccellino, uccisi e portati in casa con tutte le cerimonie. È normale: i gatti sono cacciatori e se hanno modo di sfogare i loro istinti non si trattengono dall'ammazzare qualsiasi bestia selvatica si trovino davanti in giardino, in cortile o sul tetto di casa.
Be', che ci crediate o meno questo è un problema ecologico: perché se è vero che ogni singolo gatto uccide una manciata di animali selvatici ogni anno, è vero anche che i gatti domestici sono tantissimi! Bisogna limitare i danni, e uno studio che arriva dall'Inghilterra si propone di farlo... partendo dai padroni.
Gatti e gattari. Lo studio parte dal presupposto che per tenere sotto controllo i gatti domestici il primo passo da fare è lavorare con i padroni, ed educarli alle migliori pratiche di controllo che tengano in considerazione anche il benessere dell'animale. Il team ha quindi condotto un sondaggio su un campione di "gattari" inglesi (dove i gatti domestici sono circa 10 milioni in tutto il Paese), per scoprire quale sia il loro grado di consapevolezza (e di tolleranza) del ruolo di cacciatore del loro campione.
Hanno poi categorizzato le risposte dividendo i proprietari in cinque gruppi: i "custodi coscienziosi" (che si sentono responsabili dell'impatto ecologico del loro animale), i "protettori preoccupati" (che invece pensano prima di tutto alla salute del loro gatto, che durante una battuta di caccia può rischiare di ferirsi), i "guardiani tolleranti" (che non apprezzano che il gatto vada a caccia, ma glielo lasciano fare), i "padroni di casa permissivi" (che non hanno idea di quanti animali uccida il loro gatto) e infine i "difensori della libertà" (per i quali il gatto ha diritto di cacciare dove, quando e quanto vuole).
La tigre sul sofà. Stando allo studio, solo una categoria - sulle cinque - ha la coscienza ecologica necessaria per proteggere la fauna selvatica dal proprio gatto, ma è anche vero che solo una su cinque crede che il gatto abbia diritto di cacciare quanto e come vuole: questo significa che le altre categorie di gattari potrebbero essere favorevoli a una qualche forma di controllo. Che, si legge nello studio, non potrà mai essere il confinamento domestico, una misura che nessun proprietario di gatto (con accesso a un giardino) potrebbe mai accettare.
L'alternativa è da trovare, e che sia una di quelle che vanno bene a gatti e gattari. C'è chi propone il ricorso su vasta scala dei collarini colorati o, peggio, con sonaglietti, per "avvertire" uccelli e altre prede dell'arrivo del cacciatore. Tuttavia i gatti sono fermamente contrari, e anche tra i gattari c'è chi non è contento all'idea di dover pagare uno psicologo per tirare su di morale la piccola tigre frustrata dai fallimenti della caccia.