Animali

Il meraviglioso viaggio negli abissi della nave oceanografica Falkor 

La spedizione della nave Falkor ha esplorato per oltre un mese le acque del Pacifico: ecco che cosa hanno osservato i ricercatori negli abissi.

Trentaquattro giorni in mare, 21 immersioni per un totale di 182 ore di esplorazione, la mappatura completa in alta definizione di più di 30.000 chilometri quadrati di fondale marino. Sono i numeri dell'ultima spedizione della nave di ricerca Falkor, di proprietà dello Schimdt Oceanic Institute, che si è conclusa pochi giorni fa, e nella quale l'equipaggio del vascello ha documentato, con immagini e video, la vita sottomarina negli abissi intorno all'arcipelago delle Isole della Fenice, nel Pacifico.

L'incredibile vita degli abissi. La spedizione, che grazie al sottomarino SuBastian si è spinta fino a oltre 2.000m di profondità, è partita a giugno con lo scopo di mappare il territorio intorno a nove montagne sottomarine che si trovano nei dintorni dell'arcipelago, ed è tornata con un tesoro di audiovisivi che documentano la vita in quegli abissi.

Parte della Repubblica di Kiribati, uno stato insulare nel Pacifico centrale che dal 1979 ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito, le Isole della Fenice sono composte da otto atolli, che coprono un totale di appena 28km2. Quasi completamente disabitate (solo sull'isola di Canton vivono una ventina di persone), queste isole, e l'oceano circostante, sono anche un'area protetta, una delle più grandi del mondo. È proprio in queste zone remote che il Falkor (qui se volete potete monitorare in tempo reale il suo status), ha effettuato la sua spedizione: è la seconda volta per la nave di ricerca, che già nel 2017 aveva cominciato le operazioni di mappatura.

Coralli, spugne, microbi. Di proprietà dello Schmidt Institute ma concesso gratuitamente alle istituzioni di ricerca che ne richiedono l'uso, il Falkor ospitava un equipaggio che comprendeva ricercatori della Boston University e della Woods Hole Oceanographic Institution. Nel corso della spedizione, il team non ha solo esplorato e mappato i fondali, e girato centinaia di ore di materiale video, ma anche condotto esperimenti sugli esemplari osservati, per esempio studiando la reazione di coralli e spugne a certi microbi. Qui sotto trovate alcune delle foto e video più belle catturate dall'"autore", il ROV (Remotely Operated Vehicle, in sostanza un robot telecomandato per l'esplorazione) SuBastian.

Corallo rosa
Un corallo rosa del genere Hemicorallium allarga il suo ventaglio per catturare le sostanze nutrienti trasportate dalle correnti oceaniche. L’area protetta delle Isole della Fenice ospita circa 120 specie di coralli, distribuiti in due diverse barriere coralline. © Logan Mock/Schmidt Marine Institute
Corallivoria
Una foto scattata durante la primissima immersione del ROV SuBastian, nella quale si vede un esempio di corallivoria - un esempio di animale che si nutre di coralli -, uno dei fenomeni che la spedizione si era preposta di investigare. Siamo a 2004m di profondità, e una stella marina del genere Evoplosoma sta pasteggiando su un corallo del genere Corallium: questi animali si nutrono del muco secreto dai coralli, ma anche dei loro tessuti, e in casi estremi del loro scheletro. © Logan Mock/Schmidt Marine Institute
Primnoidae
Il corallo in primo piano appartiene alla famiglia Primnoidae (i cui rappresentanti si trovano anche nei nostri mari). Sul suo “cespuglio” si vedono una serie di ofiuroidei o stelle serpentine, che usano il corallo come base d’appoggio mentre acchiappano le sostanze nutrienti trasportati dalle correnti oceaniche. I due coralli sullo sfondo appartengono al genere Iridogorgia (quello a destra) e alla famiglia Isididae (quello a sinistra). © Logan Mock/Schmidt Marine Institute
Corallo senza nome
Questo corallo, osservato molto raramente in queste acque, non ha ancora un nome, perché i ricercatori sono convinti che si tratti di una nuova specie. Il colore bianco è dovuto a una combinazione di due fattori: lo spessore del tessuto e la composizione delle strutture di sostegno (scleriti) dell’esoscheletro, che sono fatte di carbonato di calcio. © Logan Mock/Schmidt Marine Institute
Metalagorgia
Un corallo del genere Metalagorgia, e attorcigliato ai suoi rami una stella serpentina. Si vede anche quello che, secondo gli scienziati, potrebbe essere una sacca contenente delle uova. © Logan Mock/Schmidt Marine Institute
Falkor
La nave di ricerca Falkor, di proprietà dello Schmidt Ocean Institute, fondato nel 2009 dall’ex CEO di Google Eric Schmidt insieme alla moglie Wendy, e dedicato alla ricerca oceanografica. © Logan Mock/Schmidt Marine Institute
SuBastian
Il ROV SuBastian viene calato nell’oceano per la prima delle sue immersioni, durante la quale raggiungerà i 2.200m di profondità. © Logan Mock/Schmidt Marine Institute

In questo video, un raro esemplare di Vitreledonella richardi, il "polpo di vetro": è un animale gelatinoso e quasi completamente privo di colore. Le uniche parti del corpo che non sono trasparenti sono il nervo ottico, l'apparato digerente, e alcune cellule usate che usa per mimetizzarsi e che si chiamano cromatofori (sono i puntini gialli che si vedono nel video).

Il polpo di vetro può raggiungere i 45cm di lunghezza.

Due decapodi della famiglia Galatheidae immortalati su un corallo della famiglia Primnoidae. Nel corso delle immersioni, il ROV SuBastian è riuscito a osservare comportamenti unici, per esempio granchi che si rubano il cibo a vicenda (a differenza di quelli del video, che convivono senza problemi).

21 luglio 2021 Gabriele Ferrari
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