Volare è una delle attività più sicure al mondo... a meno che il vostro aereo non sia infestato dalle vespe. Non stiamo parlando di sciami di insetti che svolazzano per le cabine e disturbano i piloti, ma di un problema con il quale le autorità locali australiane si stanno confrontando da qualche anno, e che ora è diventato soggetto di uno studio condotto da un'agenzia di consulenza ambientale pubblicato su PLOS One. Nello studio si legge che le vespe della specie Pachodynerus nasidens hanno preso l'abitudine di fare il nido dentro particolari strutture degli aerei che servono per misurarne la velocità, con tutte le potenziali conseguenze negative sulla sicurezza del volo.
bird strike. Far volare un aereo è un'impresa complessa e delicata che ha bisogno di misure di sicurezza straordinarie: è il motivo per cui, negli Stati Uniti, le morti legate al volo aereo sono appena 1 su 200.000. Per avere una proporzione, quelle legate agli incidenti stradali in auto sono 1 su 100, e quelle che avvengono in bici 1 su 4.000. Oltre a problemi tecnici o legati al tempo atmosferico, uno dei rischi potenziali per un volo aereo è la fauna selvatica: uno degli incidenti aerei più famosi della storia, per esempio, dal quale è stato anche tratto un film, fu causato dallo scontro con uno stormo di oche.
Le vespe Pachodynerus nasidens, però, rappresentano una minaccia di tutt'altro tipo: si tratta di animali che costruiscono nidi di fango, e amano farlo in spazi ristretti e protetti: un buco della serratura, per esempio (da cui il nome inglese keyhole wasp), o, come sta succedendo in Australia da quando le vespe sono arrivate nel 2010, dentro i tubi di Pitot degli aerei.
emergenza. Il tubo di Pitot è uno degli ultimi strumenti analogici rimasti sugli aerei moderni: è, come dice il nome, un tubo molto sottile che viene usato per misurare la velocità dell'aeromobile, e se viene ostruito da un nido di vespe rischia di fornire dati sbagliati al sistema di volo, con tutti i rischi che ne derivano. Lo studio individua in particolare l'aereoporto di Brisbane (Australia) come "hotspot", ma non esclude che queste vespe, vista la loro natura cosmopolita e nomade, possano cominciare a infestare altri aereoporti del continente (o anche altrove sul pianeta).
La Brisbane Airport Corporation, che ha finanziato la ricerca, sta cominciando a sviluppare dei protocolli difensivi: anche precauzioni molto semplici (per esempio coprire i tubi di Pitot dopo che l'aereo è atterrato, e scoprirli solo al momento del decollo) potrebbero essere decisive per evitare incidenti.