Animali

Uomo e cane, un legame scritto nei geni

La nostra speciale connessione con Fido trova riscontri anche nel suo DNA: un gruppo di geni potrebbe essere alla base della propensione dei cani a chiederci aiuto.

Che cosa ha reso i lupi, totalmente disinteressati alla presenza dell'uomo, docili animali che darebbero la vita per il loro amico bipede? Nel tentativo di indagare le basi genetiche della domesticazione canina, alcuni ricercatori svedesi hanno scoperto un set di geni che sarebbero alla base della capacità dei cani di cercarci quando ha bisogno di aiuto.

Si tratta di un piccolo "pacchetto" che non può certo spiegare, da solo, un legame millenario, ma è un piccolo tassello da aggiungere a un puzzle che solo ora si sta iniziando a ricomporre.

Mi dai una mano? L'esperimento dell'Università di Linköping pubblicato su Scientific Reports ha coinvolto 437 beagle allevati in condizioni di laboratorio. Ogni quadrupede è stato messo in una stanza con un ricercatore che non conosceva e si è trovato di fronte la stessa prova: tre coperchi di plastica trasparente scorrevoli che celavano cibo, soltanto in due casi facilmente apribili. Il terzo non si poteva rimuovere con le zampe o con il muso: serviva l'aiuto dell'uomo.

Alcuni cani, in queste situazioni, osservano il comportamento dei lupi: ci provano comunque, senza chiedere aiuto. Ma la tendenza più comune è quella di ricercare il contatto con l'uomo per risolvere il problema.

Occhi dolci. A ogni cane sono stati dati tre minuti per provare ad aprire i coperchi, e i movimenti di ciascuno sono stati filmati. Il DNA dei 95 cani che più spesso hanno instaurato un contatto visivo con l'uomo o hanno cercato fisicamente il ricercatore è stato prelevato e confrontato con quello dei 95 esemplari meno interessati al bipede in sala.

In parte noti. Il confronto tra genomi ha evidenziato che all'origine del desiderio canino di stabilire un contatto con l'uomo ci sono variazioni in due regioni di DNA, in particolare a carico di cinque geni specifici. Quattro di questi geni sono stati in passato collegati a disturbi nelle interazioni sociali umane, inclusi quelli dello spettro autistico.

Quadro parziale. Lo studio offre quindi qualche informazione in più sulle fondamenta del nostro legame speciale con i cani, ma gli autori invitano alla cautela, per diverse ragioni.

Intanto è stato analizzato un solo tratto caratteriale (la propensione a chiedere aiuto) e su una sola razza di cane: è molto probabile che i geni che interagiscono con quelli trovati siano molti di più, e resta ancora da chiarire come questi caratteri influenzino la socialità canina. Inoltre, la genetica contribuisce alle variazioni nell'espansività dei cani soltanto per il 30%. Il restante 70% è dato dall'esperienza.

5 ottobre 2016 Elisabetta Intini
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