Una nuova tecnica per distinguere il materiale genetico di uomini e scimmie. E i risultati...
Nonostanze le grandi differenze nella struttura del cranio e del corpo, uomini e scimpanzé sono simili al 95 per cento. |
I primi studi delle differenze genetiche tra uomini e scimpanzé calcolavano una differenza tra le due specie di solo 1,25-1,76 per cento. Ma una nuova ricerca, pubblicata dallo stesso autore che ha condotto i primi studi, ha stabilito che la distanza è molto maggiore: secondo Roy Britten, del California institute of technology, la cifra più corretta di somiglianza sarebbe “solo” il 95 per cento. E la differenza quindi del 5 per cento.
Il risultato deriva da un nuovo approccio di analisi del Dna. La prima tecnica, inventata negli anni Settanta da Britten, metteva a confronto grossolanamente frammenti molto simili tra loro del Dna delle due specie. Ora il professor Britten ha invece usato una tecnica molto più raffinata, e ha incluso nella comparazione anche tratti di materiale genetico che non sono somiglianti. Sono i cosiddetti “indel”. Cioè inserzioni (in inglese insertion), geni nel Dna di una specie che non sono presenti nell'altra; e cancellature (in inglese delation, geni in cui manca un frammento). Dalle prime lettere delle due parole deriva il nome: insertion and delation=indel.
Ma quanto siamo diversi! La media delle differenze tra questi pezzi di Dna aggiungerebbe, all'originale 1,4 per cento, un ulteriore 3,9. La cifra totale è quindi più vicina al 5 per cento. Questo non significa che le specie siano molto diverse, ma solo che il nuovo valore è più verosimile.
Britten conclude il lavoro osservando che l'evoluzione delle specie animali (almeno per quanto riguarda i mammiferi) avviene per inserimenti e cancellature di pezzi di Dna, più che per sostituzione di singoli nucleotidi (i pioli di cui è fatta la doppia elica dell'acido desossiribonucleico).
(Notizia aggiornata al 25 settembre 2002)