Animali

Uomini e cani: 11.000 anni di viaggi insieme

Il DNA di antichi cani rivela che alla fine dell'ultima era glaciale l'amicizia con l'uomo era consolidata, e che la loro vicinanza genetica coi lupi era già lontana.

Il più ampio studio mai condotto sulla storia genetica dei cani racconta i viaggi attorno al mondo dei nostri amici a quattro zampe negli ultimi 11.000 anni di storia, e conferma un'idea diffusa: nella maggior parte dei casi, le migrazioni canine sono sovrapponibili alle nostre. Secondo una ricerca, pubblicata su Science, la domesticazione dei cani avvenne probabilmente una volta soltanto, da un'antica popolazione di lupi poi scomparsa. Quella stirpe originaria di cani si suddivise in almeno cinque gruppi diversi, che presero strade divergenti per poi incrociarsi di nuovo.

Cambio di passo. Fino a tempi recenti la storia dell'evoluzione canina è stata soprattutto studiata guardando al DNA dei cani moderni, metodo che non ha aiutato a fare chiarezza: gran parte dell'antica diversità genetica dei cani andò infatti persa in poco più di un secolo, da quando si affermarono le moderne razze canine. Per avere un quadro più completo bisognava studiare genomi più antichi, ma finora se ne conoscevano solamente sei completi, di cani e di lupi preistorici: per intenderci, sapevamo molto di più sul DNA dei Neanderthal.

Così Pontus Skoglund, studioso di genetica della popolazione del Francis Crick Institute di Londra, Greger Larson, genetista evolutivo dell'Università di Oxford, e Ron Pinhasi, archeologo dell'Università di Vienna, hanno unito le forze per sequenziare il DNA dai resti di 27 cani vissuti in varie parti di Europa, Medio Oriente e Siberia, da 11.000 anni fa (più o meno la fine dell'ultima era glaciale) a un secolo fa.

Una volta sola. I dati mostrano che la domesticazione canina avvenne forse in una sola occasione, molto prima di 11.000 anni fa. A quell'epoca i cani erano già addomesticati e diffusi in tutto il mondo: avevano già avuto il tempo di diventare una specie, di suddividersi in diverse popolazioni, di diffondersi in diverse aree geografiche e di incontrarsi di nuovo, scambiandosi DNA. Lo studio sembra confutare precedenti ricerche che parlavano di più eventi di domesticazione, anche se non chiarisce quando e dove i lupi divennero cani.

Il legame con i lupi. Tutti gli antichi genomi sembrano indicare un antenato comune, non condiviso con i lupi moderni. Questo potrebbe significare che tutti i cani discendono da un singolo gruppo di lupi estinto, ma che dopo la domesticazione, oltre 15.000 anni fa, i lupi contribuirono ben poco al patrimonio genetico dei cani moderni. Cani e lupi si incrociarono più volte anche per volere dell'uomo, ma questi incontri non hanno lasciato porzioni rilevanti di DNA dei lupi in quello canino (mentre i lupi moderni hanno una parte di DNA canino).

È un aspetto intrigante e per certi versi inaspettato, che i ricercatori spiegano così: può essere che alcuni tratti fisici e caratteriali dei lupi mal si combinassero con la vicinanza all'uomo, e che questi caratteri non si siano conservati.

Insieme (quasi sempre). La dispersione geografica dei cani nella storia rispecchia in gran parte quella dell'uomo, con alcune eccezioni. Quando le popolazioni di coltivatori del Medio Oriente migrarono in Europa, 10.000 anni fa, i cani si spostarono con loro e come loro si mescolarono alle popolazioni locali. Un altro esempio: i cani che vivevano in Medio Oriente 7.000 anni fa hanno somiglianze genetiche con quelli che oggi popolano l'Africa subsahariana (per via delle migrazioni umane di ritorno in Africa intraprese in quel periodo).

In altri casi, però, le strade di cani e uomini divergono. Attorno a 5.000 anni fa un grosso movimento di popolazioni umane dalle steppe di Russia e Ucraina influenzò il DNA degli abitanti d'Europa, ma non quello dei loro cani. I cani delle steppe non mescolarono i loro geni con quelli europei, forse a causa di malattie, di preferenze per un particolare tipo di cane, del commercio di animali o del fatto che alcuni antichi popoli si spostarono senza portarsi i cani appresso.

Diversità esaurita. Lo studio chiarisce inoltre che i cani di un tempo erano geneticamente molto più variegati di quelli moderni. Questo, fino a 4.000 anni fa: dopodiché, per motivi non ancora chiari, questa diversità sparì. Tutti i moderni cani europei sembrano risalire a un singolo gruppo di cani, di cui le moderne razze create a partire dall'epoca Vittoriana esasperano di volta in volta alcuni particolari tratti genetici.

13 novembre 2020 Elisabetta Intini
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