La tartaruga robotizzata potrebbe aiutare gli ingegneri a costruire potenti veicoli sottomarini e rispondere anche a questioni fondamentali e ancora misteriose su come nuotavano le bestie preistoriche.
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Madeleine si muove grazie a pinne motorizzate. Ha un computer di bordo che la guida e sensori utili per non andare a sbattere. Foto: © John Long Vassar College |
In realtà è un sistema sofisticato di navigazione che imita il modo di nuotare di una tartaruga. E proprio dell'animale marino ha anche le dimensioni: somiglia a una tartaruga olivacea (Lepidochelys olivacea) che misura 80 centimetri di lunghezza e 30 di altezza per un peso di 24 chili.
Le sue quattro pinne in poliuretano hanno la stessa rigidità di quelle vere e si muovono, mimando il movimento di quelle di una tartaruga, grazie a motori elettrici connessi a un computer di bordo. Altra strumentazione in dotazione alla robo-tartaruga sono sensori, videocamere, altimetri, accelerometri e sonar che servono per guidarla nella navigazione.
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Come nuotavano le tartarughe? Madeleine, secondo i suoi inventori, potrebbe essere il primo passo per la costruzione di sofisticati veicoli marini robotizzati. Ma non solo. John Long, il biologo del Vassar College di New York che ha guidato la ricerca, afferma che studiare e riprodurre il movimento di questi animali potrebbe aiutare gli scienziati a capire come nuotavano gli animali preistorici come la tartaruga gigante e il plesiosauro (un grande rettile marino con quattro pinne), vissuti nel Mesozoico tra i 251 e i 65 milioni di anni fa. E soprattutto ci permetterà di sapere come e perché si è evoluto in seguito l'uso delle pinne . (Notizia aggiornata al 26 aprile 2006) |