Mamma Otarda, i pulcini e l'uovo spione... Sembra il titolo di una favola, ma è una storia vera dello Smithsonian's National Zoo di Washington, dove nel nido di un'otarda di kori (ardeotis kori o, in inglese, kori bustard) è stato inserito un uovo molto particolare, perché è in realtà uno strumento che dirà ai biologi come e con quale frequenza la mamma si dedica all'incubazione dei piccoli. Un sotterfugio necessario, visto e considerato che parliamo di un uccello africano considerato ad elevato rischio di estinzione. L'uovo spia è dotato di sensori che registrano la temperatura del nido e i movimenti della madre durante l'incubazione. I dati, raccolti ogni 48 ore ed elaborati al computer, permetteranno di migliorare gli attuali sistemi di incubazione artificiale che, dal 97 a oggi, hanno già permesso di fare nascere 40 otarde di Kori all'interno dello zoo. Allo Smithsonian usano l'uovo telemetrico anche per studiare la vita dei fenicotteri e presto potrebbe spuntare anche in nidi di altre specie, quando la tecnologia permetterà di realizzarne di più piccoli (oggi la dimensione minima è quella di un uovo di papera). In passato lo stesso metodo era già stato utilizzato dallo zoo di Alberta, in Canada, e da quello di Saint Louis (Usa) per le gru e altri uccelli acquatici.
(Foto © Pauliina Ehnqvist, Etosha National Park, Namibia, 2002)