Un piccolo pesce che abita nelle caverne del Messico nordorientale, il caracide cieco delle caverne (Astyanax fasciatus), riesce a orientarsi usando il suono che produce con la bocca.
A causa della vita nelle caverna, l’evoluzione ha portato nel pesce alla perdita di occhi che funzionino (tanto sarebbero inutili). Il modo per orizzontarsi nelle profondità delle caverne esiste già, perché tutti i pesci possiedono un cosiddetta linea laterale, che percepisce l’eco delle onde emesse dagli oggetti circostanti; il metodo è però piuttosto grossolano.
Alcuni ricercatori dell’università di Tel Aviv, in Israele, hanno però notato che questa specie è molto più sensibile di altre che utilizzano solo la linea laterale. E che quando si aggira al buio apre e chiude la bocca, inghiottendo una piccola quantità d’acqua e quindi creando minuscole vibrazioni, con una frequenza molto superiore ad altri pesci.
Hanno scoperto che il pesce “sente” proprio l’eco delle onde emesso dal suo movimento; un’ecolocazione simile a quella di pipistrelli e delfini. Poiché la frequenza è molto elevata, la precisione del sistema di questo caracide cieco è superiore a quella della percezione passiva di altre specie.
Insomma, il caracide si muove nelle caverne messicane ascoltando l’eco dei suoi baci.
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