(Anna Mannucci 16 giugno 2008)
affettuoso. Tanto che questa signora australiana
ha deciso di tenerlo in giardino.
A differenza di tanti altri animali con cui entriamo in contatto più facilmente e per motivi diversi, il cavallo spesso lo vediamo solo nei maneggi, una volta ogni tanto. Magari lo cavalchiamo e qualche volta tentiamo un approccio, carezzandolo con un po’ di timore. Pur essendo infatti un animale addomesticato da molto tempo, ha mantenuto una parte selvatica che lo rende affascinante e misterioso allo stesso tempo. Eppure il rapporto con l’uomo è fondamentale per il cavallo addomesticato.
UNA MENTE OSCURA
Chi è veramente il cavallo? A questa domanda non è semplice rispondere: «Della mente del cavallo sappiamo pochissimo - dice Sabrina Giussani, veterinaria comportamentista appassionata di cavalli – l’abbiamo sempre considerato una sorta di motocicletta, un animale addestrato a rispondere meccanicamente ai nostri comandi». E studiare questi equini in condizioni davvero naturali non è facile. I cavalli che vediamo galoppare liberi e selvaggi nei film western, come in Gli spostati, di John Huston (1961) in realtà non sono animali selvatici, ma rinselvatichiti. Erano animali domestici che sono scappati, o sono stati abbandonati e sono tornati alla vita naturale. Perché i veri cavalli selvatici, in America, si sono estinti circa 10.000 anni fa, probabilmente per colpa dell’uomo.
Furono poi gli Spagnoli, nel XVI secolo, a riportare i cavalli in quelle terre e quelli che vediamo nei film sono i loro discendenti.
In Europa l'estinzione è più recente: il cavallo di Przewalski – una specie rimasta selvatica - si è estinto negli anni ’50 (per saperne di più e vedere la foto di questo cavallo clicca qui).
L'AMICO DEL CUORE
Il dato sicuro e fondamentale è che si tratta di un animale sociale. Vive
prateria degli Stati Uniti.
LITIGI A FIN DI BENE
gatti
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Un giovanissimo cow-boy del Montana (Usa) bacia sul muso il suo cavallo. |
SOCIALE E SOCIEVOLE
DI MAMMA CE N'È UNA SOLA
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TUTTI A SCUOLA DI VITA
la salute dei cavalli.
AMBIENTI A MISURA DI ANIMALE
Purtroppo molto spesso negli allevamenti i cavalli sono trattati in modo tale da non assecondare le loro esigenze etologiche: spesso vengono strappati troppo presto alla madre e vivono in isolamento nei box mangiando solo due volte al giorno (invece che per tutta la giornata come farebbero in libertà). Questo può portare a diversi problemi comportamentali: tic, vizi, stereotipie. Come il cosiddetto “ticchio di appoggio”, ovvero appoggiare gli incisivi superiori sulla staccionata, il ticchio aerofagico (aspirare continuamente aria), fare il “ballo dell’orso”, girare in cerchio, battere continuamente il terreno con una delle zampe anteriori e così via.
Per migliorare la salute – soprattutto “psicologica” - di questi animali, sarebbe opportuno rendere più confortevoli le condizioni di vita negli allevamenti. A cominciare dal tempo che passano chiusi nei box.
GIOCHERELLONI COME CAVALLI
Per veterinari e specialisti questo è possibile attraverso un metodo che in veterinaria si chiama: “arricchimento ambientale” e consiste nel dare all’animale qualcosa di interessante da fare. Si usa anche per i cani e i gatti e per alcuni animali negli zoo.
Per esempio mettere dei giochi - come un pallone - nel box (ai cavalli piace molto giocare), oppure nascondere il cibo in un copertone pulito appeso in alto o sotto un secchio, in modo che l’animale debba fare un piccolo sforzo e un po’ di esercizio per tirarlo fuori. Aprire alcune finestrelle nel box per fargli vedere l’esterno e in modo che possa toccare con il muso il suo vicino. In certi casi è stato osservato che persino un poster con l’immagine di un altro cavallo migliora la sua condizione. La musica, inoltre, secondo gli esperti, è un buon metodo per far sentire il cavallo a proprio agio e forse gradirebbero anche qualche bel western d'autore. Secondo alcuni studi i filmati che hanno per protagonisti i suoi simili, infatti, potrebbero essere molto apprezzati dal cavallo.
all'aria aperta a rotolarsi e brucare l'erba.
È indispensabile poi la passeggiata quotidiana: passare alcune ore al giorno nel paddock, il prato all’aperto, insieme ad altri cavalli. Ma è importante anche una carezza dall'amico uomo: per soddisfare quelle che gli etologi chiamano esigenze di socialità interspecifica. Il contatto quotidiano prolungato con un essere umano, può avvenire attraverso la cura del corpo: spazzolandolo, o strigliandolo, pulendogli gli zoccoli (allogrooming, in termini scientifici). Ma anche attraverso il dialogo: ai cavalli piace che si parli loro a lungo.
PRESENTARSI BENE
Ma non solo coloro che possiedono un cavallo o che hanno un maneggio dovrebbero rispettare le esigenze del cavallo, anche chi una volta ogni tanto ama fare un giro al galoppo dovrebbe osservare alcune norme. «I cavalli nei maneggi – afferma
cura del cavallo, parlandogli, strigliandolo e pulendo
i suoi zoccoli. Una dimostrazione di amicizia
apprezzata dal cavallo.
VIETATO PRENDERLO ALLE SPALLE
Quindi scalciano e il loro calcio è spesso mortale
per gli esseri umani.
LA DOMA E L'AMICIZIA