Animali

Gli uccelli sbattono le palpebre quando volano?

Con un casco dotato di telecamere posizionato sulla testa del gracchio messicano si è scoperto quando, e quanto, gli uccelli sbattono le palpebre durante il volo.

Gli uccelli hanno bisogno di sbattere le palpebre? E se sì, quando lo fanno? E soprattutto, quanto spesso lo fanno, considerando che passano gran parte del loro tempo in volo, dove devono mantenere sempre alta l'attenzione ma dove polvere, frammenti e impurità di ogni tipo possono entrar loro negli occhi e infastidirli. Alla curiosa domanda risponde uno studio pubblicato su Biology Letters, condotto da Jessica Yorzinski (università del Texas), che si è concentrata su un uccello in particolare, il gracchio messicano, e ne ha studiato il comportamento durante il volo grazie a un innovativo (per quanto buffo) sistema di telecamere montate sulla testa, come mostra il breve video qui sotto.

L'idea dello studio è venuta a Yorzinski durante una riflessione sulla nostra abitudine di sbattere le palpebre 15-20 volte al minuto, che da un lato ripulisce gli occhi, dall'altro ci fa perdere per qualche istante la percezione del mondo circostante. Come fanno a farlo gli uccelli, si è chiesta la dottoressa, in particolare quando volano, e hanno quindi bisogno di monitorare costantemente quello che succede loro intorno?

casco per gracchi. Per scoprirlo, Yorzinski si è fatta aiutare da un'azienda che si occupa di tracciamento oculare negli umani, e ha costruito un piccolo "casco per gracchi" con la stessa capacità di registrare il movimento degli occhi; la differenza è che gli esseri umani hanno gli occhi che guardano entrambi in avanti, mentre gli uccelli hanno gli occhi ai due lati del cranio, per cui il casco è stato dotato di due telecamere, una per occhio, come vedete nella foto. Dopo aver catturato dieci gracchi e averli equipaggiati con il nuovo casco, la ricercatrice ha... cominciato a inseguirli in giro per un campo, per obbligarli a volare.

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I risultati dimostrano che c'è un collegamento tra il battito delle palpebre e quello che l'animale sta facendo in quel momento – e che i gracchi si comportano in maniera analoga ai piloti di aereo. Durante il volo, il gracchio messicano sbatte le palpebre meno di frequente rispetto a quando è a terra, e soprattutto molto più rapidamente, per minimizzare il tempo passato con gli occhi chiusi.

Occhi sbarrati. In fase di discesa, quella più delicata, le sue palpebre rimangono fermamente spalancate, mentre il battito aumenta in frequenza e durata al momento del contatto con il terreno (o con il ramo dell'albero su cui si vuole posare), forse per proteggere gli occhi dai detriti sollevati dall'atterraggio o per farli riposare dopo averli tenuti aperti così a lungo.

Ora Yorzinski vuole mettere alla prova i gracchi (e magari altre specie) in contesti più complicati e ricchi di ostacoli (per esempio una foresta), e registrare voli più lunghi di qualche secondo, per scoprire se questi uccelli usano altre strategie necessarie quando si passano ore intere a volare.

24 gennaio 2021 Gabriele Ferrari
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