Cosa succederà alle piante di tutto il mondo nei prossimi anni a causa dell'aumento delle temperature globali? Gli scienziati hanno creato (e continuano a creare) una enorme quantità di simulazioni che prevedono gli effetti del caldo sull'ecosistema globale, ma il modo migliore per scoprirlo rimane quello di osservarlo in prima persona.
Più caldo, più pioggia. La Newcastle University (in Inghilterra) ha deciso di organizzare un esperimento in una stazione di ricerca del North Yorkshire, ricreando le condizioni di temperatura e precipitazioni che le piante si ritroveranno davanti nei prossimi anni. Si è così scoperto che, con il caldo, molte di esse producono meno fiori, con tutte le conseguenze del caso. I risultati dello studio sono pubblicati su Frontiers in Plant Science.
Scaldate o a temperatura ambiente? Ellen Moss, a capo dello studio, ha lavorato su 24 stazioni di ricerca, nelle quali ha piantato specie locali, dotate di un sistema di riscaldamento in grado di alzare la temperatura media dell'aria di 1,5 °C - che è più o meno l'aumento previsto entro il 2050 secondo le previsioni "intermedie" dell'IPCC, che proietta una crescita tra 0,9 e 2 °C.
Le piante sono anche state innaffiate più del dovuto, in accordo col fatto che il riscaldamento globale porterà anche a un aumento delle precipitazioni in certe zone del mondo (e a devastanti siccità in altre, ma questo è un altro discorso). Dopodiché Moss ha monitorato lo stato di salute delle piante e osservato quali e quanti insetti venissero a visitarle, e ha confrontato la situazione con quella di un gruppo di piante di controllo, presenti nella stessa area ma mantenute in condizioni naturali.
Meno fiori, meno insetti. Il primo e più evidente risultato è che la maggior parte delle piante surriscaldate hanno prodotto meno fiori (fino al 40% in meno), oppure hanno prodotto meno semi - in entrambi i casi hanno dimostrato un successo riproduttivo minore rispetto a quello della piante non riscaldate. Di conseguenza, gli insetti impollinatori che hanno visitato le piante passavano meno tempo su ciascuna, e visitavano molte più specie diverse rispetto ai loro "colleghi": è quello che succede quando il tuo solito pasto è meno abbondante del solito, e sei costretto a sprecare più energie per cercare altro cibo. Oltretutto, l'aumento dell'irrigazione non ha prodotto effetti visibili: acqua o meno, le piante troppo al caldo non riescono a produrre la stessa quantità di fiori di quelle "normali".
Ci sono eccezioni: in condizioni di surriscaldamento, la veronica comune (Veronica persica), una pianta erbacea molto diffusa nel mondo, ha aumentato la sua produzione del 65%, a dimostrazione che almeno alcune specie sono equipaggiate per reagire a un rapido aumento delle temperature. Ma si tratta, appunto, di eccezioni: la regola dice che molte piante soffriranno nei prossimi decenni, con effetti ancora imprevedibili, ma potenzialmente gravi sull'intero ecosistema.