La lista dei superpoteri dei tardigradi si è appena arricchita di una nuova, inaspettata tattica di sopravvivenza: una nuova specie di questi microscopici invertebrati sembra essere protetta da una sostanza fluorescente che assorbe la radiazione UV e rilascia energia sotto forma di luce blu. La composizione chimica dello strano filtro anti-UV, che sembra proteggere anche altre creature dai danni solari, non è ancora stata compresa.
l'esperimento con i raggi UV. I tardigradi sono invertebrati di dimensioni variabili tra 0,1 e 1,5 millimetri, che prediligono gli ambienti umidi o acquatici. La nuova specie è stata scoperta studiando alcuni muschi sulle pareti dell'Indian Institute of Science di Bangalore, nelle aree ben illuminate dal sole. Quando il Paramacrobiotus BLR (la sigla sta per Bangalore, ma il nome scientifico è provvisorio) è stato trasferito in laboratorio, gli scienziati l'hanno sottoposto a una tintarella sotto a una lampada UV germicida. I tardigradi di questa specie sono rimasti vivi e imperterriti per un'ora, mentre il povero verme nematode Caenorhabditis elegans, l'animale di controllo sottoposto allo stesso esperimento, è morto nel giro di 5 minuti.
la luce blu. A questo punto i ricercatori si sono accorti che la provetta contenente i tardigradi esposti ai raggi ultravioletti brillava di luce blu: ulteriori esperimenti hanno mostrato che qualche sostanza protegge questi animali dai danni delle radiazioni perché assorbe i raggi nocivi e restituisce energia in forma di bagliore fluorescente. Quando l'estratto fluo è stato trasferito su altre due specie sensibili ai raggi UV, i tardigradi Hypsibius exemplaris e i vermi nematodi C. elegans, la protezione è stata parziale: entrambe hanno resistito alle radiazioni per 15 minuti.
Scudi luminosi come filtri solari. Esistono altre specie animali, anche di tardigradi, capaci di resistere agli ultravioletti senza riportare danni, ma questa è la prima che sfrutta la fluorescenza come meccanismo protettivo. Finora non è stato possibile identificare la specifica sostanza che forma lo scudo luminoso, ma se in futuro se ne scoprisse la composizione, si potrebbe testarla come possibile filtro solare. Nel frattempo, i tardigradi che la possiedono sono probabilmente in grado di sopravvivere anche nei luoghi più caldi, aridi e assolati della Terra.