Un paio di anni fa la sonda israeliana Beresheet si è schiantata sulla Luna: il suo carico comprendeva anche migliaia di tardigradi, i microscopici orsetti d'acqua sempre più studiati negli ultimi anni per la loro capacità di sopravvivere alle condizioni più estreme - come le temperature vicine allo zero assoluto o l'acqua bollente, le radiazioni letali per un essere umano o l'assenza di aria e via dicendo.
Mettiamoli alla prova. L'episodio, oltre ad aver alimentato battute sulla prima colonia lunare, ha anche ispirato una ricercatrice della Queen Mary University di Londra, Alejandra Traspas, che si è chiesta se quei tardigradi possono essere sopravvissuti all'impatto e ha deciso di verificarlo con un esperimento. I risultati sono raccontati in uno studio pubblicato su Astrobiology.
Dopo un viaggio perfetto la sonda Beresheet ha perso il controllo proprio sul traguardo e si è andata a schiantare sul suolo lunare: è possibile, anche per degli animali apparentemente indistruttibili come i tardigradi, sopravvivere a un impatto del genere? Per scoprirlo Traspas ha preso un campione di 20 tardigradi e li ha indotti in uno stato di ibernazione tenendoli per 48 ore al di sotto della temperatura di congelamento dell'acqua. Dopodiché li ha piazzati a coppie dentro a pallottole di nylon, che sono state poi sparate contro un bersaglio: ripetuti tentativi hanno dimostrato che gli orsetti d'acqua sopravvivono all'impatto fino a una velocità di circa 900 metri al secondo (3.000 km all'ora), oltre i quali «si spappolano», parole della ricercatrice.
Un impatto del genere produce anche una pressione spaventosa. I tardigradi riescono a sopravvivere fino a circa 1,14 gigapascal (oltre 10.000 atmosfere) - al di sopra l'effetto della pressione è lo stesso dell'impatto, e cioè spiaccica i tardigradi. Traspas fa notare che l'impatto del lander Beresheet ha generato una pressione superiore: questo significa che con ogni probabilità i poveri tardigradi non sono sopravvissuti all'impatto, e l'idea di tornare sulla Luna a recuperarli per vedere come stanno potrebbe causare una grossa delusione.
Non solo per curiosità. Lo studio non è solo una curiosità, ma mette anche in qualche modo in dubbio la teoria della panspermia, secondo la quale la vita che si è sviluppata su un pianeta può diffondersi nello Spazio a cavallo di frammenti che, sollevati dall'impatto di un meteorite, sfuggono alla gravità del pianeta d'origine. Stando ai risultati ottenuti da Traspas questo sarebbe impossibile, perché l'impatto di questo frammento su un altro pianeta sarebbe devastante e ucciderebbe tutte le forme di vita che lo stessero eventualmete usando come taxi spaziale - a parte forse qualche microrganismo ancora più resistente dei tardigradi, se esiste.