C'è chi lo dice con i fiori, chi con una poesia, chi con un gesto romantico. E c'è un uccello che, come molti altri volatili, quando deve dichiarare il suo amore a una potenziale partner lo fa cantando; ma il succiamiele del reggente (Anthochaera phrygia), un piccolo volatile della famiglia dei Melifagidi, ha un problema che gli altri uccelli non hanno: si sta rapidamente dimenticando tutte le canzoni migliori, e il suo nuovo repertorio rischia di mandarlo in bianco sempre più spesso.
Non più capaci. Lo si legge in uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, che rivela come una percentuale significativa dei maschi di succiamiele non è più capace di cantare le "sexy song" che tante soddisfazioni diedero ai loro antenati.
Il succiamiele del reggente è sotto osservazione da almeno trent'anni, e nel 2015 l'IUCN, l'organismo internazionale che si occupa di conservazione della natura, ne ha modificato lo status, promuovendolo (si fa per dire) da Endangered, in pericolo, a Critically endangered - una situazione drammatica che è stata ulteriormente peggiorata dagli incendi che nel 2019 hanno colpito il sud-est dell'Australia, dove il succiamiele ha il suo areale.
Risultati scoraggianti. Il team della Australian National University che ha condotto lo studio ha analizzato lo stato di salute dei succiamiele usando come riferimento i loro canti: come molti uccelli, i succiamiele hanno una ricca cultura canora, e le canzoni più efficaci per conquistare le femmine vengono tramandate di padre in figlio. I risultati della ricerca guidata da Ross Crates sono scoraggianti: il 27% dei maschi registrati cantavano le canzoni sbagliate, e il 12% addirittura copiava quelle di altre specie.
Il problema dei canti sbagliati non si manifesta ovunque, perché ogni popolazione di succiamiele ha il suo particolare dialetto: nelle aree dove la densità di popolazione di succiamiele è ancora "ragionevolmente alta", i maschi cantano le canzoni dei loro genitori e convincono le femmine senza troppa fatica; dove però le popolazioni sono più rade, molti maschi si riducono a cantare versioni semplificate delle opere locali, e nei casi peggiori copiano direttamente i canti di altre specie.
Un grande ostacolo. È la conseguenza dell'assenza di modelli da cui imparare: se ci sono pochi maschi, le nuove generazioni faranno fatica a trovare un insegnante. Non solo: il team ha anche scoperto che i canti dei succiamiele allevati in cattività sono molto diversi da quelli dei succiamiele selvatici; questo è un grosso ostacolo all'idea di ripopolare alcune aree introducendo esemplari in cattività, perché farebbero fatica a trovare una partner.
E infatti chi si occupa di conservazione sta già studiando il modo di insegnare agli animali allevati le canzoni dei loro simili liberi, per prepararli al meglio alla reintroduzione in natura.