Quando si pensa agli animali in via d'estinzione vengono in mente sempre i soliti noti, da elefanti e rinoceronti a panda e koala, con magari un pensiero dedicato agli insetti (quelli impollinatori, ovviamente). Eppure la classe di animali più a rischio di estinzione è un'altra, che tendiamo a dimenticarci: gli anfibi, tra i quali il 40% delle specie esistenti sono considerate "a rischio" – per esempio, appena tre giorni fa è stata annunciata l'estinzione della specie australiana Ranoidea nyakalensis.
Specie in pericolo. Come si fa a invertire la rotta? Marissa Parrott, biologa australiana che lavora per Zoos Victoria, una no profit con base in Australia il cui scopo è "combattere l'estinzione", e Aimee Silla dell'università di Wollongong, hanno inventato un metodo che potrebbe rivelarsi decisivo per salvare almeno alcune delle specie più in pericolo: come ha raccontato a IFL Science, consiste nel congelare lo sperma dei maschi in modo da non danneggiarlo, e da poterlo riutilizzare in futuro.
L'arca dello sperma. L'idea di salvare le specie animali dall'estinzione costruendo una sorta di "arca di Noè sotto zero", una banca di materiale genetico da scongelare all'occorrenza per rivitalizzare o addirittura de-estinguere una specie, è vecchia di decenni, ma finora è sempre stata considerata infattibile: non basta avere il DNA di un animale poterlo riportare in vita, come dimostrano gli sforzi finora vani per resuscitare i mammut.
Silla ha però sviluppato un protocollo che consente di congelare lo sperma di anfibio a una temperatura di –196 °C, e successivamente scongelarlo senza che abbia perso la sua vitalità, e Parrott l'ha utilizzato per cominciare a creare la sua arca: per ora ha congelato lo sperma di tre specie di rana, tra cui Philoria frosti, l'anfibio più vicino all'estinzione al mondo.
Diversita genetica. Ci si potrebbe chiedere in che modo un po' di sperma congelato possa salvare una specie dall'estinzione: la risposta è nella diversità genetica. Quando la popolazione di una specie scende sotto una certa soglia, la sua diversità crolla, e con essa la capacità dell'animale di adattarsi ai cambiamenti del suo ambiente – che l'attività umana ha accelerato immensamente. Lo sperma conservato, quindi, serve come ultima risorsa per le specie a un passo dall'estinzione, la cui diversità è scesa sotto il livello di guardia: un'iniezione di materiale genetico "fresco" (anzi, appena scongelato) può aiutarle a riprendersi, e magari adattarsi alle nuove condizioni. Non è un metodo sicuro al 100%, ovviamente, ma servirà per dare un'ultima chance a tutti quegli anfibi che sembrano spacciati.