Quando un predatore si avvicina pericolosamente al loro nido, le cinciallegre (Parus major) alzano la voce. E in modo tutt'altro che casuale: questi uccelli emettono canti d'allarme differenti a seconda del tipo di intruso con cui hanno a che fare. La scoperta pubblicata sulla rivista scientifica Animal Behaviour è la prima a dimostrare che gli uccelli sanno comunicare vocalmente il tipo di predatore che sta per aggredirli.
Già in passato Toshitaka Suzuki, ricercatore della Graduate University for Advanced Studies di Kanagawa (Giappone), aveva dimostrato che le cinciallegre sono in grado di distinguere tra i diversi predatori che le minacciano. Per capire se questi pennuti sappiano anche comunicare i differenti pericoli in agguato, Suzuki ha sistemato diversi modellini di nemici dei piccoli uccelli (serpenti, corvi, faine) intenti ad attaccare un nido accanto ai nidi reali dei volatili.
L'etologo ha quindi registrato i versi delle cinciallegre: quando in agguato c'era un serpente, gli uccelli hanno prodotto suoni simili a un "jar" mentre per corvi e faine il vocalizzo è stato simile a "'chicka".
Analisi più approfondite hanno mostrato come in realtà gli uccelli utilizzino diverse combinazioni di suoni per modulare i richiami d'allarme per corvi e faine, che risultano simili, ma non sono identici: è quello che Suzuki definisce un "sistema d'allarme combinatorio", cioè la capacità di combinare diverse note per formare richiami di diverso significato (un po' come noi combiniamo diverse lettere per formare le varie parole).
Poiché i serpenti possono velocemente strisciare fino al nido - e costituiscono pertanto un pericolo maggiore rispetto a corvi e faine - le cinciallegre hanno evoluto per difendersi da essi un richiamo specifico e immediatamente riconoscibile. Per tutto il resto, ricorrono a svariate combinazioni sonore.
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