Alle seppie piacciono i gamberi. Ne sono talmente ghiotte che, in un esperimento in cui hanno indossato occhiali 3D, hanno provato a mangiare persino gamberi virtuali. Questa forte preferenza è stata sfruttata dai ricercatori delle Università di Cambridge e Caen (Francia) per studiare le loro capacità cognitive.
Lascio uno spazio per il dolce. Il risultato dello studio pubblicato su Biology Letters suggerisce che le seppie possano modificare le loro abitudini in base alle loro previsioni sul futuro. In pratica, i ricercatori hanno notato che, quando le seppie prevedevano di ricevere gamberi di sera (il loro cibo preferito), il consumo di granchi durante quel giorno calava. Al contrario, quando il contenuto della cena era imprevedibile, le seppie tornavano a mangiare un alto numero di granchi durante il giorno.
«È sorprendente vedere quanto le seppie abbiano modificato velocemente le proprie abitudini», commenta la ricercatrice Pauline Billard, autrice dello studio. «In soli pochi giorni hanno potuto imparare a prevedere quando sarebbe stato probabile ricevere i gamberi o meno. Questo comportamento molto complesso è possibile solo grazie a un cervello sofisticato». Ai ricercatori rimane però un piccolo dubbio da sciogliere, prima di poter dichiarare con certezza assoluta che le seppie prendono decisioni guidate dalle previsioni future: non possono ancora escludere che le seppie si astengano dal mangiare granchi perché preferirebbero i gamberi nel momento presente.
Smart. In ogni caso, l'intelligenza delle seppie è sorprendente rispetto a quella degli altri molluschi. Assieme a polpi e calamari, fanno parte della classe dei cefalopodi, che circa 550 milioni di anni fa si differenziò dal resto dei molluschi smettendo di utilizzare le conchiglie.
Secondo alcune teorie, sarebbero state proprio le spiccate capacità cognitive dei cefalopodi a permettere loro di abbandonare il guscio protettivo senza essere predati, ma non è chiaro come abbiano potuto incrementare la loro intelligenza in così poco tempo, lo stesso tempo necessario per qualcosa di molto più semplice come perdere il guscio. La risposta potrebbe arrivare da recenti studi di genetica su animali molto distanti dai cefalopodi: anche le vespe hanno evolvuto in poche migliaia di anni una capacità cognitiva complessa, ovvero riconoscere le facce. Questo porta a pensare che l'intelligenza possa evolversi velocemente proprio perché molto favorita dalla selezione naturale.
Io, animale. Se nelle seppie e nei calamari rimane un residuo di conchiglia nell'osso centrale, nei polpi è completamente assente, ed è quasi comico vederli sfruttare la loro malleabilità per occupare conchiglie altrui.
Fra le tante e strane abilità dei polpi, c'è anche quella di riconoscersi allo specchio, una capacità che viene riconosciuta a sempre più specie: dopo primati, cavalli e uccelli, è arrivato anche il turno dei pesci. Sebbene le capacità cognitive degli animali vengano spesso trattatate con superficialità, la loro mancanza di auto-coscienza è sempre più spesso messa in discussione e l'intelligenza viene sempre più riconosciuta come grande vantaggio evolutivo.