È una credenza che risale a quando i cani venivano usati soprattutto per la caccia. Se un cane ha contratto il cimurro una volta, infatti, il suo naso è secco e le sue capacità olfattive sono irrimediabilmente danneggiate. Quando i cacciatori dovevano comprare un cane gli tastavano il naso (detto anche “tartufo”) per assicurarsi di non fare un cattivo affare, comprandone uno “fuori uso”. La credenza, per estensione, è poi passata anche ai gatti.
Fattori climatici. In realtà il naso di cani e gatti è umido a causa della condensa dell’aria che si forma quando quella calda che esce dal naso entra in contatto con l’aria fredda esterna (un po’ come accade anche a noi quando d’inverno si “fuma” con il respiro). Il fatto che il naso di questi animali sia secco o umido dipende quindi, nella maggior parte dei casi, dalle condizioni climatiche: d’estate con il tempo asciutto sarà più secco, d’inverno sarà più umido.