Non è solo l'uomo a dominare completamente un'altra specie e a farne la propria, mansueta riserva alimentare. Sanno farlo anche le vespe, sfruttando un sofisticato "inganno" neurologico che ha attirato l'attenzione dei ricercatori. Le loro prede? Gli scarafaggi! Per l'Ampulex complessa, una vespa che predilige i climi tropicali di Africa e India, lo scarafaggio non è altro che cibo nutriente da destinare alle larve, ma è anche decisamente troppo grosso per la sua taglia. Ecco perché lo punge iniettandogli un mix di tossine che non lo uccide: lo lascia in grado di camminare, ma neutralizza la capacità del suo cervello di comandare i movimenti. Poi lo prende per le antenne e lo conduce, come un animale al macello, dalle larve affamate: lo scarafaggio, incapace di reagire, cammina verso il patibolo con proprie zampe, seguendo una carnefice molto meno forte di lui. L'intero processo era già stato documentato, ma ancora non era chiaro come il veleno potesse alterare il comportamento degli scarafaggi così rapidamente. Alcuni ricercatori della Ben-Gurion University of the Negev (Israele) hanno ora risolto il dilemma: le tossine bloccano un neurotrasmettitore, l'octopamina, coinvolto nei processi che determinano alcuni comportamenti complessi come la camminata. Somministrando a scarafaggi già punti un antidoto che riattiva l'octopamina, questi hanno ripreso a muoversi volontariamente.