In un mondo interconnesso e che abbiamo esplorato anche negli angoli più remoti, gli abissi marini rimangono l'ultima frontiera dell'ignoto. I fondali oceanici profondi ricoprono più della metà dell'intera superficie della Terra, ma sono un ambiente estremo, difficile da raggiungere e complesso da studiare. E quindi ancora in larga parte sconosciuto: ora uno studio pubblicato su Science Advances ci dimostra esattamente quanto sconosciuto.
Che ricchezza! La risposta è: "tanto" (sconosciuta). Gli abissi oceanici sono molto più ricchi di biodiversità di quanto pensassimo, e la maggior parte delle forme di vita che li abitano ci sono ancora sconosciute.
Lo studio parte da un lungo e accurato lavoro di raccolta di campioni dai fondali di centinaia di luoghi diversi in tutti gli oceani terrestri. Lo scopo della raccolta era la ricerca di DNA ambientale: tracce di materiale genetico che non vengono raccolte direttamente dall'essere vivente a cui appartengono, ma dall'ambiente nel quale ha vissuto. Tutti gli esseri viventi (umani inclusi) lasciano pezzi di sé in giro per il mondo, e l'analisi del DNA ambientale permette di identificare le creature che hanno lasciato queste tracce.
A confronto. Le centinaia di campioni abissali di DNA sono state poi messe a confronto con altri campioni raccolti più in superficie, così da poter eliminare dal computo tutte le specie che non vivono negli abissi.
Il risultato di questa analisi è sbalorditivo. Innanzi tutto perché la maggior parte del DNA raccolto appartiene a specie eucariote ancora sconosciute. E poi perché la ricchezza e la diversità di batteri e altri microrganismi è altissima - tre volte tanto quella che si trova nelle acque superficiali. Più in generale, come ha spiegato il genetista Jan Pawlowski, uno degli autori dello studio, «due terzi delle specie che abbiamo trovato nei campioni non può essere assegnata ad alcun gruppo conosciuto».
In conclusione. In altre parole, sappiamo pochissimo della biodiversità degli oceani, e abbiamo scoperto che la maggior parte è concentrata negli abissi, in zone che fino a qualche anno fa pensavamo essere inospitali e inadatte alla vita.