Osservate attentamente la foto qui sopra: uno dei due soggetti è un rospo visto "di schiena", l'altro è una vipera. Se anche solo per un attimo siete stati indecisi, significa che il camuffamento del rospo gigante congolese (Sclerophrys channingi, sulla sinistra nello scatto) ha fatto centro. Questo anfibio carnoso, da adulto grande quanto un pugno chiuso, sfugge alla cattura di uccelli, lucertole e serpenti imitando la livrea della vipera del Gabon (Bitis gabonica), uno dei serpenti più velenosi dell'Africa centrale, che come il rospo popola la parte più bassa della foresta pluviale.
È la prima volta che una forma di mimetismo batesiano - nel quale un animale commestibile imita un altro animale non commestibile o pericoloso, evitato dalle altre specie - viene osservato in un anuro: finora non si erano mai visti anfibi che riuscissero a confondersi con serpenti velenosi.
Travestimento perfetto. In un lavoro di ricerca sul campo durato 10 anni, reso più complesso dal fatto che il rospo non si lascia avvicinare, un gruppo di erpetologi dell'Università del Texas a El Paso ha confrontato i rospi giganti avvistati in 11 punti della Repubblica Democratica del Congo, oltre a diversi esemplari da museo, con la vipera del Gabon. La forma del corpo del rospo è triangolare, come il capo del serpente, e la sua pelle è stranamente liscia (di solito i rospi hanno un aspetto più "bitorzoluto"). Proprio come la sua nemica, inoltre, il rospo presenta due paia di macchie nere simmetriche e una linea scura centrale sul dorso.
Ma l'aspetto forse più sorprendente, descritto nello studio pubblicato sul Journal of Natural History, è il lungo fischio che l'anfibio emette quando avverte un pericolo, simile al soffio con cui la vipera annuncia un attacco. Per completare il quadro, un centinaio di anni fa l'erpetologo statunitense James Chapin osservò che il rospo poteva piegarsi in modo da celare alla vista le zampe - un dettaglio scomodo, quando vuoi somigliare a un serpente.
Secondo i ricercatori, poiché i due animali condividono l'habitat e hanno una storia evolutiva simile, iniziata tra i 4 e i 5 milioni di anni fa, è probabile che queste caratteristiche si siano sviluppate parallelamente, in quest'arco di tempo.








