Bigfoot, Sasquatch, Piedone: tre nomi diversi per lo stesso fenomeno folkloristico, un mito nato con i nativi americani e rinfocolato dall'arrivo degli europei. Ovviamente il Bigfoot, inteso come un grosso umanoide peloso che vaga per le foreste dell'America, non esiste, ma questo non ha impedito agli scienziati di interrogarsi sulla sua identità nel corso degli anni, e provare a capire a chi appartengano veramente quelle sagome che ogni tanto compaiono in lontananza in fotografie di dubbia qualità. Un nuovo studio pubblicato su bioRxiv (e in attesa della revisione della comunità scientifica) propone una risposta definitiva a questo quesito: il Bigfoot, secondo Floe Foxon dell'Università di Pittsburgh, è un orso nero. Anzi, tanti orsi neri.
Orso o piedone? L'indagine sull'identità di questa creatura mitologica si è svolta con metodi poco poetici: un'analisi statistica che mette a confronto l'areale dell'orso nero e gli spostamenti delle sue popolazioni con gli avvistamenti del Bigfoot in America. Per questi ultimi, Foxon si è rivolto alla Bigfoot Field Researchers Organization, che tiene traccia di tutte le volte che qualcuno segnala la presenza del misterioso animale: per la cronaca, gli avvistamenti più recenti risalgono a meno di un mese fa, in Maine. In quanto alla scelta dell'orso nero come possibile candidato, il motivo è semplice: non è la prima volta che questa teoria viene avanzata, visto che parliamo di un animale grosso, nero (a differenza dello Yeti dell'Himalaya che è bianco), peloso e che occasionalmente si erge sulle zampe posteriori e può sembrare bipede.
Un Bigfoot ogni 900 orsi. L'incrocio tra le due famiglie di dati (avvistamenti di Bigfoot e spostamenti delle popolazioni di orsi) ha portato prove, se non inconfutabili, quanto meno molto convincenti sulla teoria. Secondo Foxon, dovunque ci sia una popolazione di orsi abbastanza numerosa ci si aspetta almeno un avvistamento di Bigfoot/Sasquatch: per la precisione, uno ogni 900 orsi neri. Bigfoot sarebbe quindi un orso nero, o meglio, tanti orsi neri diversi. Non è la prima volta che Foxon usa la scienza per indagare sull'identità di una creatura mitologica: a gennaio ha pubblicato uno studio che si domandava "è possibile che il mostro di Loch Ness sia un'anguilla gigante?" (la risposta è "no", per la cronaca).