Animali

Il riscaldamento globale e gli elefanti in Thailandia

Il riscaldamento globale e la deforestazione aumenteranno il rischio di interazioni uomo-animale: il caso degli elefanti thailandesi.

Riscaldamento globale, deforestazione, incendi, distruzione degli habitat: la lista dei danni all'ambiente provocati dall'intervento umano è praticamente infinita, come lo sono i suoi effetti a lungo termine. Uno dei più preoccupanti e ancora meno discussi è una diretta conseguenza della frammentazione degli habitat che stiamo causando un po' in tutto il mondo: sottraendo interi pezzi di terra al loro stato naturale, l'uomo obbliga sempre più specie ad adattarsi a territori più piccoli e meno ricchi di risorse.

C'è un altro problema: più un habitat è frammentato e intervallato con zone pesantemente antropizzate, più il rischio di incontri indesiderati tra uomo e animale aumenta. Un gruppo di ricerca della University of Tokyo ha provato a calcolare questo rischio per una specie in particolare: l'elefante asiatico, che in Thailandia sta vedendo il suo habitat ridursi di dimensione a un ritmo insostenibile. Lo studio a riguardo è pubblicato su Science of the Total Environment.

Habitat a pezzettini. La Thailandia è un Paese particolarmente vulnerabile al rischio di incroci indesiderati tra uomo e animale: metà della popolazione vive in aree rurali, e l'agricoltura è la loro fonte di sostentamento primaria. Il problema dell'agricoltura, però, è che ruba spazio alla natura: ogni anno decine di ettari di foresta vengono convertiti in campi coltivati.

Di conseguenza, l'habitat dell'elefante asiatico nel Paese si sta riducendo di dimensioni, e soprattutto si sta frammentando: ogni animale ha a disposizione aree sempre più piccole per vivere, circondate da un patchwork di zone antropizzate (e dunque pericolose per gli elefanti). In particolare, i pachidermi apprezzano i bordi delle foreste perché sono un luogo perfetto per trovare cibo: man mano che l'agricoltura li rosicchia, è sempre più probabile che gli elefanti invadano i campi coltivati.

Meglio a nord o a sud? Il team di Tokyo (ma guidato dal thailandese Nuntikorn Kitratporn) ha costruito un modello per calcolare quanto, nei prossimi vent'anni, questo problema si intensificherà. La risposta è ovviamente "molto": in particolare nelle aree a nord del Paese, gli incontri casuali tra umani ed elefanti aumenteranno di frequenza, e con loro potrebbero aumentare i problemi per i pachidermi, che si ritrovano senza habitat e a contatto con una specie ostile, ma anche per gli umani, i cui raccolti rischiano di venire danneggiati dal passaggio degli elefanti. Andrà un po' meglio (o forse no) alle aree meridionali della Thailandia: stando al modello, infatti, i loro habitat si degraderanno molto più rapidamente, e diventeranno presto inadatti agli elefanti, che li abbandoneranno in cerca di pascoli più verdi.

Non una gran consolazione, in effetti.

3 luglio 2022 Gabriele Ferrari
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