Gli animali che vivono sulla terraferma raramente si avventurano in acqua, a meno che non abbiano adattamenti specifici che permettono loro di sopravvivere in un ambiente molto diverso: più freddo, privo di ossigeno "libero" e facile da respirare, e soprattutto abitato da predatori nuovi e sconosciuti. Come spiega Lindsey Swierk, biologa dell'università di Binghamton a New York, «per molte specie, bagnarsi per scappare dai predatori è più pericoloso di quanto lo siano i predatori stessi».
C'è un motivo se Swierk ne parla: il suo ultimo studio, pubblicato su Ethology, si occupa proprio di questo argomento. Lo fa presentando un'eccezione alla regola: un ragno del Costa Rica che, quando deve nascondersi da un predatore, si tuffa sott'acqua e ci rimane per un tempo sproporzionatamente lungo, sicuramente più lungo di quello che ci si aspetterebbe da un animale che non è equipaggiato per stare sott'acqua.
A caccia di ragni. Il ragno appartiene alla specie Trechalea extensa, diffusa in tutto il Centro America, dal Messico a Panama. L'esemplare oggetto dello studio è stato osservato nel 2019 in Costa Rica, in un torrente vicino alla stazione di ricerca di Las Cruces, durante un tentativo di cattura condotto da Swierk e il suo team. Per fuggire dai (giganteschi, in questo caso) predatori, il ragno ha dapprima reagito come fanno spesso gli esemplari della sua specie, cioè lanciandosi in acqua e approfittando della sua leggerezza per camminare sulla superficie e allontanarsi dalla minaccia. Dopo aver capito che non sarebbe bastato, però, l'animale ha fatto qualcosa di inaspettato: si è tuffato sott'acqua, nascondendosi sotto una roccia a circa 30 cm di profondità. E lì è rimasto, per più di mezz'ora.
Bolla d'aria del ragno. Il ragno è stato poi finalmente catturato una volta emerso dall'acqua, ma nell'attesa Swierk e il team sono riusciti a filmare il suo comportamento, e a studiarlo meglio dalla comodità del laboratorio. Hanno così notato che, quando si immerge sott'acqua, Trechalea extensa è coperta da una sottile pellicola d'aria, che rimane aderente al suo corpo grazie ai numerosi peli che lo ricoprono, e che sono abbastanza idrorepellenti da riuscire a sostenere la struttura.
La "bolla" ha lo scopo di trattenere abbastanza aria da permettere al ragno di respirare sott'acqua, ma non solo: serve anche per evitare all'animale uno shock termico e a tenerlo relativamente al caldo per tutta la durata dell'immersione. Finora questo comportamento è stato osservato in un singolo esemplare della specie (quello dello studio, appunto), ma la strategia funziona troppo bene per essere solo un caso: con ogni probabilità, l'apnea per salvarsi la pelle è una caratteristica comune a tutti i rappresentanti di Trechalea extensa.