Come riconoscere le meduse
Aequorea forskalea: Poco urticante
Aequorea forskalea è piccola e innocua perché priva di cnidocisti pericolose per noi.
Come riconoscerla?
Raggiunge al massimo 10 cm di diametro. Si distingue facilmente dalle altre meduse per i tantissimi canali radiali che congiungono il centro e il margine dell’ombrello appiattito. La bocca e il manubrio sono inseriti in un bulbo gelatinoso che parte dal centro dell’ombrello e si proietta verso il basso.
Dove la troviamo?
Non è molto abbondante lungo le nostre coste, anche se localmente può presentarsi in grosse concentrazioni.
Foto: © Contrasto
Aurelia Aurita: Poco urticante
Il veleno di Aurelia è innocuo per l’uomo e questa medusa può essere toccata (in Cina è persino un piatto molto popolare) anche se come tutte le meduse è molto delicata e i contatti possono danneggiarla.
Come riconoscerla?
L’ombrello misura 30-40 cm, ha tentacoli sul margine, il corpo è discoidale, biancastro, con gonadi disposte in quattro cerchi visibili in trasparenza. Il manubrio ha quattro lunghe braccia orali. Molti canali radiali collegano il centro e la periferia dell’ombrello.
Dove vive?
Aurelia vive in tutti gli oceani dell’emisfero settentrionale, dove può essere molto abbondante.
Foto: © Contrasto
Carybdea marsupialis : Urticante
Carybdea marsupialis è un cubozoo (come le meduse mortali per l’uomo che abitano lungo le coste australiane). Fortunatamente il suo non è un veleno mortale: le sue punture sono molto dolorose, ma gli intensi effetti sono brevi.
Come riconoscerla?
Molto piccola, trasparente, con l’ombrello cubico che misura dai 4 ai 5 cm circa, è armata da 4 lunghi tentacoli. Nuota in modo molto vigoroso e si sposta facilmente. Come la Pelagia è tipicamente mediterranea e tra le meduse più urticanti dei nostri mari.
Dove vive?
Presente nelle aree più settentrionali dei mari italiani, sempre più frequente lungo le nostre coste. Carybdea è attratta dalla luce e si avvicina alla costa durante la notte.
Foto: © Contrasto
Cassiopea andromeda : Urticante
Cassiopea andromeda non è pericolosissima, ma è meglio non toccarla perché produce muco nel quale sono presenti le cellule urticanti, e se si entra in contatto con quest'ultimo, si possono avere irritazioni.
Come riconoscerla?
Piccola, massimo 30 cm, sta posata sul fondo marino. L'ombrello è rivolto verso il basso, mentre bocca e tentacoli verso l’alto: per questo Cassiopea viene chiamata in inglese "medusa al contrario". Sta rivolta verso l’alto perché possiede alghe unicellulari come quelle dei coralli delle formazioni coralline che vivono in simbiosi con la medusa e che quest'ultima deve esporre alla luce che filtra nell'acqua.
Dove vive?
Di solito si trova su fondi sabbiosi, ma può essere presente anche su quelli rocciosi.
Foto: © Contrasto
Catostylus tagi: Urticante
Catostylus tagi Non punge molto, ma è meglio non toccarla.
Come riconoscerla?
È simile alla Rhyzostoma pulmo ma non ha il tipico bordo violetto. È molto bella e, in alcuni paesi, viene usata per scopi alimentari.
Dove vive?
È comune lungo le coste del Portogallo e in genere in tutto l'Atlantico. Nel Mediterraneo è stata avvistata nelle acque di Pantelleria nel 2010.
Foto: © Contrasto
Chrysaora hysoscella: Urticante
Chrysaora hysoscella è simile alla Pelagia noctiluca ma meno urticante.
Come riconoscerla?
L’ombrello può raggiungere i 30 cm di diametro, il manubrio (la parte centrale dove c'è la bocca della medusa) presenta quattro braccia orali che possono raggiungere anche un metro di lunghezza. La faccia superiore dell’ombrello è decorata con 16 bande a forma di V che partono dal centro dell’ombrello e raggiungono il margine, dove sono presenti 24 tentacoli, in gruppi di tre.
Dove vive?
Vive in Atlantico e si spinge molto a Nord, per esempio nei fiordi norvegesi, dove può raggiungere grandissime densità. In Mediterraneo non è abbondante ma frequente.
Foto: © Contrasto
Cotylorhiza tuberculata: Poco urticante
Innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla. Come Rhizostoma, è spesso associata a pesci più o meno grandi che la adottano come rifugio.
Come riconoscerla?
Una delle più belle meduse del Mediterraneo: l’ombrello può misurare anche 30 cm, è molto rigido e tondeggiante al centro, dove ha colorazione rossastra o gialla. La parte più esterna è mobile e la fa procedere con le sue vigorose pulsazioni. Sotto l’ombrello, il manubrio assomiglia a un bouquet di fiori di campo, con bottoni blu-viola, inseriti su tozze braccia. Alcuni tentacoli, anch’essi terminanti con bottoni blu, fuoriescono dal manubrio.
Cotylorhiza può presentare microalghe che vivono in simbiosi sui propri tessuti, proprio come i coralli delle formazioni coralline tropicali. Funzionalmente, quindi, si può definire una "pianta" anche se si può nutrire di zooplankton.
Dove vive?
Molto abbondante nel Mediterraneo, specie nelle baie. Più frequente nei mari italiani più meridionali, quasi a mostrare una preferenza per le acque più calde.
Foto: © Contrasto
Drymonema dalmatium: Fortemente urticante e pericolosa dato le sue grandi dimensioni.
Come riconoscerla?
Drymonema è una specie molto rara, molto simile alla medusa più grande del mondo, la Cyanea capillata dei mari nordici che raggiunge anche i 2 metri. Anche Drymonema è di notevoli dimensioni: può arrivare fino a 1 metro di diametro ed è la più grande medusa del Mediterraneo.
Dove vive?
Avvistata per la prima volta nel 1880 sulle coste della Dalmazia, in Adriatico. Per molti anni fu l'unica testimonianza della esistenza di questa specie, ma nel 1940 fu avvistata ancora sulle coste orientali dell'Adriatico. Poi più nulla, per decenni, fino a quando Drymonema rimase a lungo sulle coste di Puerto Rico.
Nel 2010 è riapparsa in Adriatico lungo le coste croate, e nel 2014 anche in Italia
Foto: © Gigi Paderni
Marivagia stellata: Poco urticante
Come riconoscerla?
Il nome della specie (Marivagia stellata) deriva da macchiette rossastre a forma di stella che adornano l'ombrello.
Dove vive?
Scoperta nel 2010 lungo le coste di Israele, proviene dal Mar Rosso, ed è entrata in Mediterraneo attraverso il canale di Suez. Per il momento è presente solo nel Mediterraneo Orientale, ma potrebbe espandersi e arrivare fino a noi. Se la vedete, è necessario che forniate una foto, per confermare la segnalazione.
Foto: © Contrasto
Mnemiopsis leidyi: Poco urticante
Mnemiopsis leidyi è gelatinosa come gli cnidari, ma non ha cnidocisti e quindi non è velenosa. Innocua per l’uomo, ma molto dannosa per per l’ecosistema marino.
Come riconoscerla?
Mnemiopsis leidy è uno ctenoforo, un organismo gelatinoso lungo poco più di 10 cm e con il corpo lobato di forma ovale. Non nuota con le pulsazioni del corpo (come fanno le meduse), ma è dotato di otto bande ciliate che, battendo, fanno da propulsori.
Dove vive?
Arrivata nel Mar Nero negli anni '80 trasportata dalle acque di zavorra delle petroliere americane, è rimasta confinata in quel bacino per decenni. Nel 2009, però, è entrata in grandi quantità in tutto il Mediterraneo invadendo la laguna di Orbetello.
Foto: © Contrasto
Olindias phosphorica: Leggermente urticante, quel tanto che basta per rovinare una giornata.
Come riconoscerla?
Come Aequorea forskalea è un’idromedusa ma a differenza di quest'ultima è urticante e più piccola: arriva a 6 cm. Gemma lateralmente da forme polipoidi che vivono fissate al fondo. Dopo un periodo di riposo, batte vigorosamente l’ombrello e sale verso la superficie, per poi lasciarsi cadere di nuovo verso il fondo con i tentacoli espansi. Durante la discesa la medusa pesca e cattura il plancton di cui si nutre. Vedendole salire dal fondo, si ha l’impressione che queste meduse ci stiano attaccando ma non è così.
Dove vive?
Negli anni scorsi è stata molto abbondante lungo le coste della Tunisia. Nel 2009 la presenza di queste meduse lungo le nostre coste è stata sporadica. Non formano mai banchi estesi, ma possono essere localmente abbondanti.
Foto: © Edoardo Obis
Pelagia noctiluca: Urticante
Come riconoscerla?
Pelagia noctiluca è la più comune, è violetta ed è quella che punto almeno una volta tutti noi. L’ombrello misura circa 10 cm, è armato di otto lunghi tentacoli che, estesi, possono raggiungere anche i dieci metri. La bocca è dotata di otto lunghe braccia orali, il colore del corpo è violetto. I banchi sono molto fitti.
Dove vive?
Dal caldissimo 2003 la sua presenza è quasi costante nel Mediterraneo occidentale. Pelagia, in piena estate, può formare dei banchi estesi che flagellano le coste anche per mesi. La stragrande maggioranza delle punture di meduse sono ascrivibili a questa specie.
Foto: © Contrasto
Phyllorhiza punctata: Poco urticante
Come Rhizostoma, Phyllorhiza punctata non infligge punture dolorose e quindi non costituisce una minaccia per i bagnanti.
Come riconoscerla?
Biancastra e coperta di macchie bianche, da cui il nome: una medusa a pois. Appartiene alla stessa famiglia di Rhizostoma, in comune con la quale ha le dimensioni (anche più di 50 cm) e la struttura generale.
Dove vive?
Originaria dell’Australia. Nel 2009 un esemplare è stato visto per la prima volta lungo le coste italiane, precisamente all’isola di Tavolara, in Sardegna.
Foto: © Contrasto
Physalia phisalis: Molto urticante
Chi viene colpito sente solo una fortissima scarica e raramente vede l’animale. Alcuni bagnanti colpiti da Physalia phisalis sulle nostre coste sono stati ricoverati in ospedale. In rari casi, l'incontro con Physalia può essere fatale.
Come riconoscerla?
Physalia non è propriamente una medusa, ma una colonia di forme polipoidi e medusoidi che coesistono.
Una grande vescica piena di gas, detta pneumatofora, fa galleggiare la colonia composta da polipi dotati di bocca, che ingeriscono le prede, e polipi armati di cnidocisti dotate di un potentissimo veleno, molto efficace anche nei nostri confronti. La pneumatofora di Physalia può misurare 15 centimetri, ma i tentacoli possono raggiungere anche i 20 o 30 metri, se completamente estesi.
Dove vive?
Per fortuna Physalia non si incontra di frequente. Nel 2009 ha colpito diverse volte nel Mediterraneo Occidentale, in Corsica, in Liguria e lungo le coste della Toscana. Gli esemplari di Physalia (detta anche Caravella portoghese) non vivono in sospensione nell’acqua, ma galleggiano sulla superficie del mare. Inoltre non sono individui singoli, come le meduse, ma sono colonie.
Foto: © Contrasto
Rhizostoma pulmo: Poco urticante
I tentacoli sono corti e non sono armati di cnidocisti pericolose per noi. Non ci può far male, e guardarla nel suo ambiente è davvero uno spettacolo.
Come riconoscerla?
Rhizostoma pulmo è la medusa più grande del Mediterraneo (dopo Drymonema): il diametro del suo ombrello può arrivare a 60 cm e può pesare fino a 10 chili. Il colore è bianco, con un orlo blu lungo il margine dell’ombrello. Il manubrio è grande: assomiglia a un cavolfiore bianco. Non ha una sola grande bocca, ma tante piccole bocche.
Il portamento di Rhizostoma è maestoso, le pulsazioni sono lente e possenti. Per molti popoli del sud est asiatico, soprattutto i cinesi, è un piatto prelibato.
Dove vive?
È in abbondanza lungo le nostre coste. Queste grandi meduse, spesso presenti in grandissima quantità, diventano dei microcosmi utilizzati da altri organismi e quindi riparo per pesci che vengono trasportati dalle correnti: tra le sue braccia orali si possono trovare anche piccoli granchi che vivono comodamente.
Foto: © Contrasto
Salpa democratica: Poco urticante
Come tutti i taliacei (forme erbivore che filtrano l’acqua marina attraverso le loro branchie coperte di muco che intrappola il fitoplancton e i batteri), le salpe non hanno né cnidocisti né colloblasti. Sono quindi innocue per noi ma ci danneggiano perché la loro presenza impoverisce il mare.
Come riconoscerla?
Salpa democratica si chiama così perché può formare lunghe catene di zooidi a forma di barilotto, con una evidente macchia arancione ben visibile in trasparenza. Le catene (o colonie) possono essere lunghe anche 6 metri. Le esplosioni demografiche di questi animali sono improvvise e durano solo pochi giorni.
Dove vive?
Le salpe democratiche formano banchi molto estesi che si sviluppano lontano dalla costa.
Foto: © Contrasto
Velella velella: Poco urticante
Assolutamente innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla.
Come riconoscerla?
Detta anche barchetta di San Pietro, Velella non è una medusa ma una colonia galleggiante di polipi. La colonia è di circa 3-7 cm, e i polipi blu sono attaccati a un galleggiante chitinoso munito di una "vela" che porta la colonia a spasso con l’aiuto del vento.
La colonia, verso la fine della sua vita che dura pochi mesi, produce meduse di pochi millimetri, gli adulti sessuati, che con la fecondazione produrranno altre colonie galleggianti di polipi.
Dove vive?
Comune in Mediterraneo, non vive in sospensione nell’acqua, ma galleggia sulla superficie del mare. Può essere presente in sciami enormi e lunghi anche diversi chilometri. Inevitabilmente trovano una costa, e spiaggiano, ma questo di solito avviene alla fine del ciclo, quando le meduse si sono staccate dalle colonie.
Foto: © Contrasto
Pelagia benovici: Urticante (probabilmente)
Pelagia benovici, grazie a MeteoMeduse, è stata recentemente vista nel golfo di Venezia. Si tratta di una nuova specie per la scienza (ossia sconosciuta prima d’ora) ed è stata descritta da un team di ricercatori dell’Università del Salento e dell’Università di Padova.
Dove è stata vista?
La Pelagia benovici, chiamata così in onore del biologo croato Adam Benovic, è una specie molto vicina alla Pelagia noctiluca ed quasi certamente è arrivata in Mediterraneo trasportata dalle acque di zavorra delle navi commerciali. I pescatori di Chioggia che l’hanno segnalata per primi hanno trovato nelle loro reti centinaia di meduse di circa 5-6 cm di diametro. La presenza di queste medusa è stata registrata dall’autunno 2013 alla fine dell’inverno (marzo 2014).
Da allora la specie sembra essere (almeno temporaneamente) scomparsa. Non è noto se la specie sia urticante, ma data la parentela con la Pelagia noctiluca, è probabile che lo sia.
Come riconoscerla?
L’ombrello raggiunge 5-6 cm di diametro. Come la sorella Pelagia noctiluca, possiede otto lunghi tentacoli e numerosissime protuberanze sulla superficie superiore dell’ombrello. Ma il colore è giallo ocra, ad eccezione dei bianchi tentacoli e delle delicatissime braccia orali posizionate sotto l’ombrello, che formano un lungo orletto bianco e trasparente.
Un altro chiaro segno di riconoscimento rispetto alla Pelagia noctiluca è la presenza di strutture riproduttive (gonadi) a forma di cordoncini che formano un disegno come un quadrifoglio (ricordano molto quelle di Aurelia), di color bianco latte (mentre in Pelagia noctiluca le gonadi sono di color rosa intenso o violetto).
Foto: © Contrasto
Un bellissimo pesce angelo (Pomacanthus navarchus) e una Aequorea forskalea nel Mar Rosso.
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Incontro ravvicinato con la Phyllorhiza punctata, la medusa pois.
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Velella velella è chiamata anche la barchetta di San Pietro.
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Chrysaora hysoscella è un animale molto elegante, un soggetto perfetto per la fotografia subacquea.
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Cotylorhiza è bella e buona. E come Rhizostoma è spesso circondata da pesci più o meno grandi che la adottano come rifugio.
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Cassiopea andromeda è chiamata anche "la medusa al contrario".
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Cassiopea andromeda: guardare ma non toccare!
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Rhizostoma pulmo.
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È Pelagia la più temuta e frequente nei nostri mari: riguardiamola bene e... alla larga!
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