Qualche anno fa Sayaka Mitoh, biologa ricercatrice della Nara Women's University in Giappone, si accorse che una lumaca di mare della vasta collezione del suo laboratorio si era autodecapitata: la testa del mollusco della specie Elysia marginata si muoveva tranquillamente nella vasca, brucando alghe come se nulla fosse.
Era chiaro che la lumaca aveva dissolto il tessuto attorno al proprio collo per abbandonare il corpo: una sorta di autoamputazione o autotomia, già osservata in altri animali. Ma se lucertole e gechi abbandonano pezzi di coda per sfuggire ai predatori, lasciare dietro di sé il corpo intero è decisamente più raro. Soprattutto se non ci sono minacce visibili all'orizzonte.
La scienziata ha studiato attentamente il fenomeno e ne ha ricavato un articolo appena pubblicato su Current Biology: l'Elysia marginata e un'altra specie affine di lumaca di mare, l'Elysia atroviridis, si autodecapitano di proposito per facilitare la crescita di un nuovo corpo, forse - questo è il sospetto - perché il vecchio è infestato dai parassiti.
Un abito nuovo. Mitoh e colleghi hanno osservato vari gruppi delle due specie nel corso degli anni, scoprendo che il taglio della testa non è la norma ma avviene di frequente, persino due volte nello stesso animale. I nuovi corpi si rigenerano completamente sotto alle teste in tre settimane; la ferita al "collo" si rimargina in un giorno, e un nuovo cuore è pronto dopo sette. Il vecchio corpo rimane com'era per mesi, ma reagisce con un fremito a ogni contatto con la vecchia testa, come si vede nel video in apertura. Dopo un po' di tempo trascorso così, sguarnito, si dissolve.
Cambio tutto: faccio prima... In molti animali l'autotomia è una strategia estrema per sfuggire ai predatori, ma per le lumache di mare potrebbe essere una soluzione rapida per risolvere una parassitosi. Tutte le Elysia atroviridis senza testa avevano il corpo lasciato alle spalle pieno di parassiti interni: in questo modo ne hanno rigenerato un altro, pulito. In nessun esemplare di Elysia marginata c'erano invece tracce di parassiti.

Risorse nascoste. Queste capacità di rigenerazione sono estreme anche per gli scienziati già abituati a studiare la ricrescita di tessuti animali. Il segreto delle lumache di mare è forse connesso a un altro superpotere. Questi molluschi incorporano nel loro organismo i cloroplasti delle alghe di cui si nutrono, cioè gli organelli cellulari nei quali avviene il processo di fotosintesi clorofilliana.
A quel punto usano gli zuccheri prodotti dalla fotosintesi per sostentarsi: in pratica, sono lumache a energia solare! Questa abilità potrebbe aiutare le teste a sopravvivere a lungo anche lontano dal corpo.
Inoltre, per un taglio più netto e preciso, queste lumache presentano una sorta di piano di rottura lungo il collo, simile a quello che lucertole e gechi mostrano alla base della coda: sono insomma ottimizzate per sfruttare al massimo le possibilità offerte dalla rigenerazione dei tessuti. Chissà che studiandole non impariamo qualcosa di utile per rinnovare il nostro corpo.