Ci sono animali che vivono da soli e altri che preferiscono stare in gruppo. L'affermazione è banale e scontata, certo, ma lo è molto meno il modo in cui questa scelta influenza tutti gli aspetti della vita di un essere vivente. Un'esistenza solitaria significa, per esempio, non dover dividere risorse con nessuno e potersi nascondere (per cacciare o evitare di venire cacciati) più facilmente, mentre la vita di gruppo consente di proteggersi a vicenda, di condividere risorse, di aiutarsi e anche di trasmettersi informazioni.
Quanto costa? Entrambe le scelte hanno dei costi: gli animali che viaggiano in compagnia, per esempio, devono muoversi tutti alla stessa velocità per non rischiare di lasciare indietro gli esemplari più fragili. Un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da un gruppo di scienziati del Max Planck Institute of Animal Behavior, ha preso in esame proprio quest'ultimo aspetto: ha misurato il costo, in termini energetici, della vita in branco per un gruppo di babbuini, e ha scoperto che tutti gli esemplari devono fare sacrifici se vogliono muoversi all'unisono invece di disperdersi.
I babbuini sono primati sociali, che vivono in gruppi stabili che possono comprendere fino a 150 individui. Un branco di babbuini comprende tutte le fasce di età, dai cuccioli appena nati che stanno imparando a camminare fino ai maschi adulti, che possono raggiungere i 30 kg di peso; eppure quando si muovono lo fanno in gruppo, e nessun esemplare viene lasciato indietro perché troppo lento (o lascia indietro il gruppo perché troppo veloce). Questa sincronia ha un costo, perché prevede che nessun membro del branco si muova alla sua velocità, ma che si giunga a un compromesso che permette a tutti gli esemplari di camminare allo stesso ritmo.
A conti fatti. Per calcolare esattamente questo dispendio, i ricercatori hanno preso in esame un branco di 25 babbuini, che sono stati tutti dotati di un dispositivo indossabile simile ai fitness tracker che usiamo noi umani per misurare fattori legati al movimento, come il numero di passi compiuti, la velocità media e quella massima raggiunta ecc. Dati di questo tipo permettono anche di calcolare il dispendio energetico di ogni babbuino, correlando i dati relativi al movimento con quelli biometrici (quanti anni ha, quanto è grosso, quanto pesa).
Il risultato di questa osservazione, che è durata anni e che ha fornito qualcosa come 120 milioni di letture relative ai movimenti dei singoli esemplari, è che tutti i babbuini sacrificano qualcosa quando si spostano in gruppo.
Gli individui più grossi, che hanno le gambe più lunghe e si muovono dunque più velocemente, devono rallentare: se andassero al massimo si lascerebbero indietro il resto del gruppo. Il problema vero, però, ce l'hanno gli individui più piccoli, che sono costretti ad accelerare e spendere più energia per tenere il ritmo del branco.
Il ritmo perfetto. Per confermare questi dati, i ricercatori hanno anche costruito una simulazione al computer, nella quale hanno fatto muovere i singoli individui alla loro velocità preferita: poco sorprendentemente, hanno visto che se i branchi di babbuini non si muovessero all'unisono si disgregherebbero in breve tempo. Secondo gli autori, la scelta del ritmo perfetto per il branco è una decisione collettiva: i membri del gruppo si coordinano tra loro osservandosi e tarando la propria velocità con quella di chi li circonda.
A proposito di animali che fanno gruppo, guardate che spettacolo quelli mostrati nel video che segue: