Animali

Quanti arti usano i pappagalli?

Per risalire superfici verticali, i pappagalli non usano solo le zampe: il becco funge da terzo arto, generando una forza propulsiva che li aiuta a muoversi.

Le creature con tre arti hanno sempre esercitato un certo fascino sull'immaginario collettivo, dando vita a figure mitologiche (come Yatagarasu, il corvo a tre zampe cinese) o a misteriose macchine aliene a tre gambe (quelle presenti nella Guerra dei Mondi di H. G. Wells). In natura, però, non esistono animali dotati di tre arti, perché la simmetria bilaterale del corpo lo impedisce. Tuttavia esistono alcuni animali che usano delle parti del corpo (come la coda o il becco) per aiutarsi in diverse attività: tra questi anche i pappagalli, che secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su Proceeding of The Royal Society B usano il becco come terzo arto per arrampicarsi su superfici verticali.

Arti ausiliari. In natura esistono diverse specie animali che usano alcune parti del corpo come arti ausiliari: è il caso dei picchi, che utilizzano la coda per puntellarsi al tronco dell'albero che stanno forando con il becco; ma anche dei canguri, che si servono della coda come quinta zampa per colpire un rivale o per muoversi quando pascolano. Il nuovo studio dimostra che anche i pappagalli della specie Agapornis roseicollis (nome comune inseparabile facciarosa) si comportano in modo simile, utilizzando il becco non solo per mantenere la stabilità mentre risalgono superfici verticali, ma proprio per spingersi e muoversi secondo la sequenza zampa sinistra-zampa destra-becco.

Uso becco e coda pappagalli
L'immagine mostra la frequenza con cui gli A. roseicollis utilizzano il becco (in arancione), la coda (in verde) e le ali (non utilizzate) per risalire una superficie più o meno ripida. © Young et al. | Proceedings of the Royal Society B

Forza propulsiva. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno incluso sei A. roseicollis in due diversi esperimenti, durante i quali hanno utilizzato un sensore per rilevare quanta forza esercitassero durante il movimento e in quale direzione venisse applicata. Dai risultati è emerso che il becco generava la stessa forza propulsiva delle zampe: «La struttura testa-collo-becco funge da terzo arto e aiuta i pappagalli a risalire superfici verticali» spiega Melody Young, coordinatrice dello studio. Il fatto che l'apparato digerente e i muscoli del collo collaborino funzionando biomeccanicamente come un terzo arto propulsivo, concludono i ricercatori, è una novità evolutiva mai vista in altri taxa.

7 giugno 2022 Chiara Guzzonato
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