Per assicurarsi i partner migliori le iguane marine femmine sono pronte a ogni fatica. Tanto da esaurirsi completamente.
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In spiaggia per "cuccare". La ricerca di un partner migliore può costare cara - in termini di dispendio di energia - per le femmine di iguana marina. |
Cos’è disposta a fare una donna per trovare l’uomo della sua vita? Probabilmente di tutto, ma certo non morire. Non è così invece per le femmine di iguana marino delle Galapagos (Amblyrhynchus cristatus) che, secondo uno studio, investono così tanta energia nella ricerca del loro “Principe Azzurro” che arrivano in alcuni casi anche a lasciarsi morire.
Il maschio migliore, ad ogni costo
Fino ad ora si è sempre pensato che la scelta del maschio con cui accoppiarsi, per la maggior parte delle femmine, non fosse un’attività ad elevato dispendio di energie. Non ne era convinto Maren Vitousek del Dipartimento di ecologia e biologia dell’evoluzione dell’Università di Princeton (Usa) che ha condotto questa ricerca. Trovare il maschio migliore sulla piazza significa infatti “mettere le mani” su un buon materiale genetico da tramandare ai piccoli, anche a costo di un elevato dispendio di energie.
Morire d’amore
Per dimostrare quanto sia estenuante per una femmina di iguana marino trovare il maschio che fa per lei, i ricercatori hanno preso in esame 34 esemplari catturati nel loro habitat naturale. Gli hanno impiantato dei registratori di dati per monitorare nell’arco di un mese alcuni valori tra cui il consumo calorico, la frequenza cardiaca, la temperatura e parametri morfologici come la massa corporea. Risultato: le femmine in cerca di marito avevano consumato tra i 23 e i 79 kJ (kilojoule), equivalenti a circa tre quarti dell’energia che i soggetti hanno mediamente a disposizione in un solo giorno. Una perdita importante, causa di diminuzione di peso corporeo – talvolta fatale – e di produzione di uova più piccole.
Pignole e... mazziate
Correlando questi risultati con i dati comportamentali rilevati durante l’intera stagione degli accoppiamenti è emerso che le femmine che avevano passato più tempo nei territori popolati dai maschi migliori erano quelle che mostravano maggiore perdita di peso. Insomma, a maschi “desiderabili” corrispondevano femmine “debilitate”. Ma il gioco vale la candela? In altre parole, investire così tante energie nella scelta del compagno premia in termini evolutivi? Secondo gli studiosi serviranno altre ricerche per comprendere se la perdita di peso e la conseguente produzione di uova più piccole è compensata da un migliore materiale genetico che le femmine più pignole riescono ad assicurare alla loro prole.
(Notizia aggiornata al 2 luglio 2007)