Li frequentiamo, come genere umano, da circa 10 mila anni, ma i gatti non sono sempre stati gli adorabili pantofolai che conosciamo. All'origine della loro amicizia con l'uomo erano infallibili, e utilissimi cacciatori e aiutavano i nostri antenati a proteggere i raccolti dai roditori. Gli studiosi l'hanno sempre sospettato: ma ora ci sono le prime evidenze scientifiche della nascita di questo millenario rapporto.
Sul numero 255 di Focus, in edicola fino al 19 gennaio 2014, John Bradshaw, uno dei più importanti studiosi di antrozoologia (interazioni uomo- animali), spiega come capire i gatti e comprendere i segnali che ci mandano.
Una storia d'amore e opportunismo
La storia della domesticazione dei gatti è ancora ricca di tasselli da completare. Dapprima si pensava che fossero stati addomesticati per la prima volta nell'Antico Egitto, dove si accudivano intorno a 4 mila anni fa, ma i più recenti studi scientifici, e la scoperta di un gatto sepolto con tutti gli onori accanto a un uomo 10 mila anni fa, a Cipro, fanno pensare che il rapporto tra uomini e felini sia molto più antico.
Le analisi sulle ossa di alcuni gatti vissuti 5300 anni fa nel villaggio cinese di Quanhucun dimostrano che i quadrupedi vivevano in prossimità dei contadini e intrattenevano con essi un rapporto di reciproco scambio di favori.
Le 8 ossa - tra le quali anche una mandibola e un osso pelvico - si trovavano ammassate insieme a cocci di vasellame, utensili in pietra e ossa di alcuni animali in una parte del sito archeologico assimilabile a una grande e comune pattumiera. Segno che non necessariamente gli antichi felini cinesi, la cui razza non è al momento nota, erano trattati come animali domestici.
L'analisi al radiocarbonio e con altri isotopi delle ossa ha rivelato tuttavia che questi gatti, come altri animali del sito, mangiavano miglio e che i felini si nutrivano anche dei roditori che rubavano le granaglie. Il ritrovamento di tane di roditori - forse topi - in un anfratto usato come dispensa e la forma stessa dei contenitori utilizzati per stipare il grano (studiati in modo da impedire l'ingresso ai topi) dimostrano che questa popolazione aveva un problema con i roditori.
L'analisi della dentatura di uno dei gatti mostra che il felino era vecchio, aveva forse sei anni: un'età difficilmente raggiungibile per un gatto selvatico dell'epoca; altre analisi rivelano che uno degli esemplari mangiava meno topi e più miglio di quanto ci si aspettasse per un esemplare in libertà. Segno che forse erano gli uomini a nutrirlo.
Ulteriori studi dovranno accertare la natura del rapporto dei gatti con gli uomini di Quanhucun: è sempre possibile, ipotizzano i ricercatori, che una volta alimentati finissero nel menù dei contadini (si spiegherebbe così la presenza delle loro ossa in pattumiera).
Occorrerà procedere anche con l'individuazione della specie: la forma delle ossa e le dimensioni farebbero pensare al genere Felis, che include anche il gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica) considerato l'antenato dei moderni gatti domestici.
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