Una Tac di crani fossili dimostra che i rettili volanti del Triassico avevano un cervello capace di organizzare le informazioni sul volo e sull'equilibrio con straordinaria efficienza.
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Anhanguera (in primo piano) e Rhamphorhynchus avevano entrambi un flocculo (in verde) molto largo. Occupava circa il 7,5 per cento della massa totale del cervello del pterosauro. Negli uccelli moderni questa zona del cervelletto incaricata dell'equilibrio raggiunge a stento il 2 per cento. Illustrazione: ©Ryan Ridgely e Kyle McQuilkin. |
Tramite un'accurata Tac, i ricercatori hanno ricostruito un modello tridimensionale dei crani di due specie di pterosauro, Rhamphorhynchus muensteri e Anhanguera santanae , la cui analisi sarebbe stata impossibile, data la delicatezza dei due fossili. E hanno scoperto che il flocculo, una regione del cervelletto che integra le informazioni sull'equilibrio che giungono da diverse parti del corpo e le trasmettono agli occhi, è molto pronunciato.
Computer di bordo. Queste aree del cervello raccoglievano informazioni tramite le sensibili membrane delle larghe ali e aiutavano i rettili a orientarsi anche nei voli più acrobatici: il sistema permetteva dunque un eccellente controllo delle loro evoluzioni. Oltre a questa peculiare caratteristica, gli studiosi hanno anche scoperto che il loro cervello aveva una struttura molto simile a quella degli uccelli: per esempio, i lobi olfattivi erano ridotti e quelli ottici molto grandi, proprio come i “moderni” uccelli che sono più interessati a vedere e non ad annusare.
Ala “rotante”. Gli pterosauri avevano un'apertura alare di 7 metri, una struttura così perfetta da pesare, in proporzione, 4 volte meno di un aliante (circa 17 kg), ed erano ottimi planatori a volo radente sull'acqua. Le loro ali, simili a quelle dei nostri pipistrelli, erano formate da una plica della pelle tesa tra le caviglie e le gambe, e l'estremità delle braccia allungate. Circa a metà della sua estensione, l'ala era sostenuta da un osso del polso molto allungato e dal quarto dito. Alcuni pterosauri pescavano usando le fauci anziché gli artigli: fauci munite di denti affilati per catturare con un morso i pesci al volo.
(Notizia aggiornata al 19 novembre 2003)