Se diciamo "zanne", qual è il primo animale che vi viene in mente? L'elefante, scommettiamo. Ma qual è stato il primo essere vivente ad avere delle zanne? Sembra che gli scienziati lo abbiano identificato: si tratta di un mammifero (o meglio, di un "parente" di un mammifero) che aveva denti sporgenti e che assomigliava ad una strana tartaruga, vissuto prima dei dinosauri.
Il dubbio... Parliamo dei dicinodonti, che vissero tra 201 e 270 milioni di anni fa. Avevano dimensioni variabili: alcune specie erano piccole come ratti, altre grandi quanto gli elefanti moderni. Furono scoperti per la prima volta 176 anni fa e subito si capì che possedevano "denti sporgenti" dalle mascelle superiori. Gli scienziati però non erano sicuri se fossero semplicemente denti o forme primitive di zanne.
Ora la conferma: erano zanne. È quanto è stato dedotto da uno studio condotto dall'Università di Harvard e pubblicato su Proceedings of the Royal Society B che ha seguito a ritroso nel tempo gli animali che ebbero zanne, fino ad arrivare ai dicinodonti, facendo così luce sull'evoluzione dei denti sporgenti, e che ha anche permesso di definire cosa sia una vera zanna.
Proprietà dei mammiferi. Oggi, sebbene gli elefanti siano i principali animali moderni associati alle zanne, vi sono anche molti altri animali che le possiedono, dai facoceri agli ippopotami, dai trichechi che vivono nell'Artico fino a un piccolo animale, l'irace, che assomiglia a una cavia. Le zanne, tuttavia, sono presenti solo tra i mammiferi: non esistono pesci, rettili o uccelli con le zanne. Queste «sono un'anatomia molto nota», ha spiegato l'autrice principale del lavoro, Megan Whitney, dell'Università di Harvard, «ma fino a quando non ho iniziato a lavorare su di esse, non avevo mai fatto mente locale sul fatto che solo alcuni mammiferi le possiedono».


I dicinodonti, tuttavia, non sono mammiferi, anche se sono più strettamente imparentati con loro rispetto a quanto lo siano con i rettili. Questi animali sono noti per avere avuto una disposizione dei denti molto particolare. Possedevano infatti un becco, nella parte anteriore della bocca, che era fatto di cheratina e assomigliava a quello di una tartaruga. E a fianco di quel becco scendevano i denti/zanne.
Denti o zanne? «In realtà», ha spiegato Whitney, «ci siamo posti il problema sul campo, mentre studiavamo fossili di dicinodonti in Zambia e c'erano "denti" un po' ovunque. Così dopo una serie di lavori siamo giunti a questa conclusione: un dente per essere una zanna deve estendersi al di fuori dalla bocca, essere fatto interamente di dentina - quindi privo dello smalto che si trova sulla maggior parte dei denti dei mammiferi - ed essere in continua crescita».
A questo punto i ricercatori hanno studiato i "denti" fossili di 19 esemplari di dicinodonti, che rappresentano dieci specie diverse, provenienti dal Sudafrica, dall'Antartide, dallo Zambia e dalla Tanzania, e attraverso micro-TC (tomografia computerizzata) hanno esaminato come i denti si attaccavano al cranio e se c'erano prove di una crescita continua.
I risultati hanno permesso di capire che alcuni "denti" di dicinodonti raccolti in Zambia non sembravano corrispondere alla definizione di zanna: erano ricoperti infatti di smalto anziché di dentina. E lo smalto per sua natura, essendo molto duro, impedisce la crescita del dente. Ma analizzando con maggiore dettaglio altre specie di dicinodonti i ricercatori hanno potuto scoprire un fatto importante: il fatto che solo ad un certo punto dell'evoluzione di quegli animali è iniziata anche l'evoluzione che ha trasformato i denti in zanne.
Ecco l'evoluzione. Il coautore del lavoro, Brandon Peecook, curatore dell'Idaho Museum of Natural History, ha dichiarato: «Il fatto che solo pochi abbiano vere zanne e il resto abbia grandi denti, è un bellissimo esempio di evoluzione che possiamo documentare. Possiamo vedere come un dente si è evoluto in zanna».
Ora sarà interessante capire perché sia avvenuta tale trasformazione. Ciò potrebbe essere stata una conseguenza di nuove pressioni ambientali cui furono sottoposti quegli animali. Le zanne infatti, possono funzionare in una varietà di modi: difesa, competizione, scavatura, selezione sessuale e persino assistenza nella locomozione, come per il tricheco, che usa le sue zanne per issarsi sul ghiaccio dall'acqua.








