Sapevamo già, da studi precedenti, che gli scimpanzé (Pan troglodytes) hanno un'ottima memoria a lungo termine, comparabile alla nostra. Un nuovo studio, condotto da ricercatori dell'Istituto Max Planck (Germania), mette ora in evidenza che anche la loro memoria di lavoro, quella a breve termine, è simile a quella dell'uomo e che, come la maggior parte di noi, si trovano in difficoltà quando devono svolgere più compiti contemporaneamente (a differenza di altri animali campioni di multitasking). Una cosa però differenzia gli scimpanzé da noi, per ciò che riguarda la memoria: loro non fanno uso di strategie di ricerca.
Giochiamo a memory? Gli scimpanzé, dopo aver osservato i ricercatori nascondere del cibo dentro ad alcune scatole disposte di fronte a loro, dovevano indicare quelle piene: se rispondevano correttamente, venivano ricompensati con il cibo che avevano trovato. Alla fine di ogni scelta, le scatole venivano coperte per 15 secondi.
Per riuscire a trovare tutto il contenuto nascosto, i primati dovevano mettere in funzione la loro memoria di lavoro, ricordandosi quali scatole avevano già indicato. In base alla bravura di ciascuno, i ricercatori aumentavano la difficoltà dell'esercizio, utilizzando più scatole o mischiandole tra una scelta e l'altra. Il record è stato stabilito da uno scimpanzé giovane, che ha ricordato più di sette scatole; i migliori ne ricordavano almeno quattro.
Niente strategie. Come succede agli umani, anche le performance dei primati peggiorano quando devono svolgere due compiti simili contemporaneamente, ma c'è anche una profonda differenza che lo studio sottolinea. Se il protagonista di quel test fosse stato un umano, molto probabilmente si sarebbe aiutato seguendo un ordine, scoprendo ad esempio le scatole da un lato all'altro della fila. Gli scimpanzé non hanno questa capacità: alcuni si sono fatti aiutare dalla forma e dalla posizione delle scatole, ma nessuno ha utilizzato una strategia di ricerca per portare a termine l'esercizio.