Come si fa quando ci si occupa di conservazione e ci si trova di fronte a due specie ugualmente in pericolo che sono in un rapporto di preda/predatore? È il dubbio che si sono posti gli scienziati della University of Antananarivo, in Madagascar, quando hanno assistito per la prima volta a episodi di caccia che hanno visto coinvolti alcuni lemuri noti, come sifaka diadema, e dei fossa, i mammiferi carnivori più grossi dell'isola. Entrambe le specie sono a rischio di estinzione, ma finora non si erano mai incontrate: questi episodi sono preoccupanti, e sono stati raccontati in uno studio pubblicato su Ecology and Evolution.
Zero predatori… forse. I sifaka diadema sono a rischio di estinzione (come molti altri lemuri del Madagascar) a causa dei "soliti" motivi, prima di tutto la distruzione del loro habitat, che al momento è ridotto ad appena 50 ettari di foresta pluviale. Non hanno però finora mai avuto problemi con i predatori: sono i lemuri più grossi dell'isola e per questo si pensava che non dovessero preoccuparsi di nessuno. Nemmeno dei fossa, che sono invece i predatori apicali del Madagascar, ma che normalmente si nutrono di uccelli o piccoli roditori. Sono tra l'altro difficili da osservare mentre cacciano, e la maggior parte delle testimonianze che abbiamo a riguardo sono indirette: tracce di denti, resti del loro pasto contenuti nelle feci... Per questo, vederli andare a caccia di lemuri è un evento eccezionale – e molto preoccupante.
Chi è il vero cattivo? I sifaka diadema sono quasi tutti concentrati nella foresta di Betampona, che è area protetta dal 1927 ma che è isolata dalle altre foreste dell'isola, essendo circondata da terreni agricoli; quella di Betampona è quindi una popolazione vulnerabile, e con bassa variabilità genetica. Aggiungeteci che i sifaka hanno un tasso riproduttivo molto basso e capirete perché la situazione con i fossa è potenzialmente esplosiva: un "prelievo" troppo massiccio potrebbe dare un colpo letale ai lemuri. D'altra parte, il fossa è considerato vulnerabile dall'IUCN, e qualsiasi operazione di controllo è da escludere. Come si fa, quindi? Lo studio non fornisce risposte, ma fa notare che in questa situazione i predatori non sono i cattivi di turno: la colpa è nostra che abbiamo distrutto la loro casa, costringendoli ad arrangiarsi dove e come possono.